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28 marzo 2024

Treviso

Costo del lavoro, caro bollette, affitti: "Sette interventi urgenti per salvare le piccole medie imprese"

Le proposte di Veneto Imprese Unite per la ripresa

| Isabella Loschi |

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Andrea Penzo Aiello

TREVISO - Per uscire dalla drammatica situazione in cui si trovano le piccole imprese trevigiane, e non solo, dopo due anni di pandemia, e agganciare la ripresa, l’associazione Veneto Imprese Unite ha individuato sette azioni che ha portato sul tavolo dei prefetti delle sette province del veneto, al presidente dell’Anci Veneto, al presidente della regione e agli assessori regionali.

“Ora che il numero di tamponi e l’andamento dei contagi sta sensibilmente diminuendo, serve un intervento che superi gli ormai poco efficaci aiuti a pioggia una tantum - dice il presidente dell’associazione Andrea Penzo Aiello - É necessario un intervento che aiuti le aziende a tornare a produrre e che quindi permetta loro di tenere liquidità nelle proprie casse per nuovi investimenti piuttosto che dare spiccioli a fondo perduto”.

Per l’associazione dunque servono “interventi urgenti per contenere i costi di luce e gas”. “Purtroppo nulla è mai stato fatto e ci troviamo oggi a dover gestire bollette che mettono in difficoltà famiglie, imprese e le stesse amministrazioni comunali. Per questo è necessario valutare la possibilità di azzerare l’iva sulle bollette dell’energia, poiché unica variabile direttamente legata alla spesa della materia prima energia e di azzerare le accise anche per il gas ad uso riscaldamento e per la corrente elettrica così come già previsto per il gas ad uso cucina per i codici Ateco della ristorazione”.

“Abolizione per tutto il 2022 dei tributi e dei canoni locali come la Tari e l’occupazione del suolo pubblico per le aziende più in difficoltà”, e ancora la “sospensione delle cartelle e dei pignoramenti da parte di Agenzia delle Entrate fino a sei mesi oltre al termine dichiarato dello stato d’emergenza per le aziende in gravissime difficoltà” e “l’allungamento dei piani di ammortamento dei finanziamenti garantiti con il Fondo di garanzia”.

Per Veneto Imprese Unite va rivisita anche la “normativa sulla cassa integrazione mirata a rendere ordinario lo strumento della cassa integrazione in deroga” e occorre un “eccezionale abbattimento del costo del lavoro sistemico”. “Fare impresa in un paese in cui un lavoratore costa all’azienda quasi tre volte il netto percepito ha diverse ricadute negative, tra cui non garantire stipendi equi ai lavoratori, non mettere l’imprenditore in condizione di circondarsi della forza lavoro realmente necessaria, favorire il lavoro in nero”.

Infine, una “parziale modifica della legge Bersani-Visco prevedendo un contingentamento delle licenze di esercizio attive, limitatamente ai codici Ateco interessati dalle limitazioni, per un periodo di cinque anni. In questo modo si permetterebbe alle aziende che a fatica hanno superato questo periodo di grave crisi economica di non frammentare ulteriormente il loro fatturato con l’arrivo di nuovi competitor”.

 


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