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25 aprile 2024

Treviso

Coronavirus, turismo trevigiano in crisi: “Occupata una camera su 4”

Giovanni Cher di Federalberghi Treviso:"Abbiamo predisposto due convenzioni sanitarie per noi e i nostri dipendenti per accogliere gli ospiti in sicurezza"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Giovanni Cher

TREVISO - “Il turismo è certamente stato un dei settori più colpiti dalla pandemia con una perdita di oltre l’80% del fatturato. Nella Marca diverse strutture hanno chiuso e si teme che entro fine anno anche quelle che oggi hanno riaperto possano subire grossi danni.

Secondo Federalberghi Treviso per parlare di ripresa bisognerà aspettare il 2021 – 2022. “Come è stato ribadito più volte è stato il settore più colpito” - spiega Giovanni Cher, presidente di Federalberghi Treviso. “La riapertura dopo il lockdown ha confermato un’occupazione delle camere che non supera il 25%. Questo perché mancano interi segmenti turistici che in epoca ante Covid privilegiavano la Marca trevigiana come meta turistica”. Nonostante questo l’associazione guarda avanti e per questa Fase 3 sta prendendo accordi con le strutture sanitarie per garantire un’accoglienza in totale sicurezza.

“Lo spirito è quello della ripartenza, l’obiettivo è quello di rendere la provincia di Treviso sempre più sicura dal punto di vista sanitario, accogliente e “covid free””, spiega Federalberghi Treviso. Per tradurlo, gli albergatori trevigiani hanno predisposto, per loro stessi, i propri dipendenti e famigliari, due nuove convenzioni sanitarie e mediche, la prima, “Accoglienza Sicura 2020” stipulata col centro di medicina di Villorba, la seconda con la Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier. Entrambe prevedono, a prezzi agevolati (da 32 ai 45 euro a seconda degli esami), l’esecuzione dei test sierologici nazionali, l’eventuale tampone e varie tipologie di screening o visite specialistiche.

“Abbiamo predisposto queste due convenzioni sanitarie che, unitamente al rispetto rigoroso delle norme igieniche, ci consentono di stare tranquilli e di accogliere gli ospiti in sicurezza”- spiega Cher. “Vogliamo far sapere che la nostra provincia non si è fermata al Covid, che le nostre strutture sono belle e sane, che possono accogliere i turisti in totale sicurezza. Ci stiamo praticamente autotassando pur di dare messaggi di sicurezza e salute: il tampone lo fanno solo in presenza di sintomi e temperatura superiore ai 37,5 gradi. Lo scenario è ancora improntato alla grande paura, insieme al turismo soffrono anche gli eventi, rinviati o fortemente ridotti nei numeri. Per parlare di ripresa è indispensabile che torni la fiducia, la voglia di rimettersi in movimento, di visitare i nostri luoghi che sono immersi nel verde e non troppo affollati”.

 


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