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28 marzo 2024

Oderzo Motta

Coronavirus, ospedale ORAS: “Si lavora senza criticità, siamo tra i pochi”

Pauletto:"Siamo una delle pochissime istituzioni pubbliche che per il momento non hanno avuto grossi problemi"

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Coronavirus, ospedale ORAS: “Si lavora senza criticità, siamo tra i pochi”

MOTTA DI LIVENZA - Focolaio bloccato in tempo, tanto che l’ospedale continua l’attività senza altri intoppi. Il presidente dell’ospedale riabilitativo Paolo Pauletto (nella foto), docente universitario a Padova, racconta i giorni dell’emergenza sanitaria all’Oras di Motta, realtà che segue i pazienti durante il loro percorso riabilitativo, con circa 150 dipendenti e un centinaio di professionisti esterni.

 

Presidente, come sta andando?

 

«Siamo una delle pochissime istituzioni pubbliche che per il momento non hanno avuto grossi problemi a causa dell’emergenza. Mi spiego: si lavora abbastanza normalmente nonostante le difficoltà di questo periodo. Abbiamo avuto un paio di nostri dipendenti risultati positivi, anche se non hanno sintomi per il ricovero in ospedale. Stanno seguendo come da prassi la quarantena in casa. La fortuna in questo caso è stata che già da giorni erano in ferie e in quel momento l'hanno saputo. Inoltre abbiamo sottoposto a tampone tutte le persone con cui sono venute a contatto. Tutti sono risultati negativi: quindi siamo riusciti a circoscrivere sul nascere il focolaio. E ciò ha permesso di poter continuare la nostra attività senza particolari contraccolpi».

 

Com’è il clima tra le corsie?

 

«I protocolli vengono seguiti scrupolosamente, non ci possiamo permettere falle nel sistema e sono stati programmati tamponi a tappeto. Questo ha permesso indiscutibilmente di lavorare molto meglio e in sicurezza. Ma è chiaro che non possiamo abbassare la guardia nemmeno un minuto».

 

Quali le differenze da prima?

 

«L’attività ambulatoriale è diminuita di parecchio come da direttive, questo è chiaro. Rimangono solo i servizi urgenti, come ad esempio le visite ritenute indispensabili. La situazione è soddisfacente, anche perché possiamo contare su un sistema sanitario regionale di primissimo livello».

 

Ora però la battaglia si evolve…

 

«Quarantene a parte, il problema è il numero di posti disponibili in terapia intensiva. Alcuni dei nostri ventilatori sono stati trasferiti all’ospedale di Treviso, nostra “casa madre”. Ne abbiamo qualcuno per prudenza anche qui, se dovesse esserci necessità. Ringrazio a questo proposito Regione e Ulss 2 per il continuo supporto e coordinamento. La vera sfida a livello nazionale sarà garantire ventilatori per tutti. Noi in buona sostanza non abbiamo registrato criticità ma siamo tutt’ora con gli occhi bene aperti. Un plauso ai nostri dipendenti. Penso al personale medico e infermieristico e anche a quello amministrativo, il cui lavoro non può essere differito nemmeno in periodo di emergenza».

 

E già si pensa al dopo

 

 «Già. Per il futuro avevamo progetti di ampliamento edilizio per ospitare nuove apparecchiature, come Risonanza magnetica e Tac. Vista l’emergenza, dovremo riparlarne più avanti».

 



Gianandrea Rorato

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