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28 marzo 2024

Treviso

Coronavirus, emergenza affitti nella Marca: “Inquilini e proprietari possono accordarsi"

I consigli del sindacato inquilini della Cisl

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

affitti

TREVISO - Da un parte gli inquilini che non riescono a pagare l’affitto del negozio a causa della chiusura delle attività per arginare la diffusione e il contagio da coronavirus, dall’altra i proprietari che si vedono mancare una delle loro principali fonti di reddito o l’unica.

Che cosa fare?
Pietro Scomparin, reggente del Sicet, il sindacato inquilini della Cisl Belluno Treviso, interviene in merito all’emergenza legata agli immobili in affitto, siano essi per uso abitativo o commerciale.
“In questa situazione di estrema emergenza che sta creando grandi difficoltà sono continuamente sollecitato da inquilini, ma anche da proprietari, che mi chiedono suggerimenti sul da farsi. La modalità con la quale farci guidare in tempi di epidemia - sottolinea Scomparin - dovrebbe essere il buonsenso, al di sopra delle nostre appartenenze e delle nostre rispettive rappresentanze. Credo che al momento il problema più grave ce l’abbiano i piccoli commercianti che hanno dovuto chiudere le attività, interrompendo il normale flusso finanziario: sono stati messi da subito nella condizione di non riuscire a far fronte a tutte le normali scadenze, tra le quali il canone di affitto nel caso in cui l’attività non venisse svolta in locali di proprietà”.

“Il buonsenso - prosegue il responsabile del Sicet territoriale - mi direbbe che in questi casi locatore e conduttore si dovrebbero accordare per una soluzione transitoria da formalizzare che preveda la sospensione e la riduzione del canone e la diluizione del canone non pagato di marzo e aprile e maggio 2020 nel tempo. Questa potrebbe essere prima una indicazione che siamo in grado di dare a tutti”.

La possibilità di diluire i canoni non pagati di marzo, aprile e probabilmente anche maggio, dovrebbe, secondo il Sicet, riguardare tutte le locazioni, anche quella tra privati. Eventuali accordi che prevedano la riduzione del canone dovranno essere inviati all’Agenzia delle Entrate in appendice ai contratti di locazione registrati.

Se proprietario e inquilino non trovano l’accordo?
“Resta sempre l’ultima spiaggia che non vorrei mai percorrere, che consiste nel comunicare al locatore la sopravvenuta impossibilità di far fronte al pagamento del canone per fatti non imputabili alla volontà del conduttore ( artt. 1218, 1256, 1258, 1464 c.c.). Ovviamente in mancanza di precedenti giurisprudenziali che avallino questa tesi come causa di forza maggiore, daremmo solo del lavoro ai legali con costi ulteriori per tutta la comunità. Guardando oltre invece, potremmo ipotizzare di agire sulla leva fiscale con la cedolare secca per tutti (imposizione fiscale ridotta del 10% sui canoni di locazione); l’eliminazione della tassazione per i canoni non percepiti; la soppressione o riduzione Imu 2020 per le case locate e innalzamento all’aliquota massima per quelle non locate; l’innalzamento del credito d’imposta per i canoni pagati”. “Questi interventi però - precisa Scomparin - dovranno essere accompagnati contestualmente ad una riduzione dei canoni da parte dei locatori”.

E per gli studenti universitari che si trovano a dover pagare l’affitto pur non utilizzando l’immobile?
“Anche per questi sarebbe necessario trovare un accordo con il locatore e in ogni caso prevedere anche per loro il credito d’imposta alla pari delle locazioni commerciali così come stabilito dal D.L. 18/2020”.

 


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