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28 marzo 2024

Treviso

Coronavirus, la convivenza forzata mette a rischio le donne vittime di violenza

La polizia ha studiato un'app per segnalare gli episodi

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

TREVISO – La convivenza forzata dovuta all’emergenza Coronavirus comporta maggiori rischi per le donne che vivono situazioni difficili coi propri partner, tanto che c’è preoccupazione per la possibilità di aumento dei casi di violenza domestica.

 

All’allarme lanciato da Telefono Rosa, si aggiunge quello della Polizia di Stato, che proprio alla luce delle disposizioni collegate al contenimento del virus ha deciso di prevedere la segnalazione dei reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche tramite un’app.

 

C’è stato infatti un aggiornamento dell’app “YouPol”, nata per contrastare il bullismo e lo spaccio di droga tra i giovanissimi, adeguandola alle necessità delle donne che possono essere vittime di violenza in casa.

 

“Nel periodo di emergenza Covid-19 la maggior parte dei cittadini resta a casa in ottemperanza alle indicazioni governative – viene spiegato dalla Questura di Treviso -. Per garantire la massima accessibilità al pronto intervento della Polizia di Stato, l’applicazione si aggiorna prevedendo la possibilità di segnalare i reati di violenza domestica con le stesse modalità e caratteristiche delle altre tipologie di segnalazione”.

 

Utilizzando l’app si possono trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini ai poliziotti. “Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato – comunica la Questura -. Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. È possibile dall’app chiamare direttamente la sala operativa della Questura di Treviso. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima”.

 

Testimoni delle violenze, come ad esempio i vicini di casa, possono risultare determinanti per far venire a galla situazioni pericolose. “Anche chi è stato testimone diretto o indiretto, per esempio i vicini di casa, può ovviamente segnalare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video – chiude la nota -. L’applicativo, nato dalla ferma convinzione che ogni cittadino è parte responsabile ed attiva nella vita democratica del Paese, è facilmente installabile su tutti gli smartphone e tablet accedendo alle piattaforme per i sistemi operativi Ios e Android”.

 


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Matteo Ceron

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