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28 marzo 2024

Castelfranco

Coro di critiche dopo l’esondazione di ieri a Castelfranco

“Vergogna, vergogna e ancora Vergogna”: commenta Mario Bertolo. “Basta cemento”: tuona il M5S.

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Esondazione a Castelfranco

CASTELFRANCO VENETO – La città di Castelfranco Veneto ha vissuto una delle notti più lunghe della sua storia quando ieri sono tracimati i corsi d’acqua e molte strade, case e anche edifici pubblici sono stati invasi da acqua e fango. Mario Bertolo, coordinatore di Articolo Uno della Castellana oggi commenta con durezza l’accaduto: “Vergogna, Vergogna e ancora vergogna. Se dall'esondazione del 1998, 22 anni orsono, chi in questo lungo periodo ha avuto ruoli di responsabilità e non ha ancora capito, se non pagherà dovrà almeno vergognarsi!”.

Bertolo non risparmia critiche a nessuno: “Dalla Regione al Genio Civile, dal consorzio Brentella alle Amministrazioni locali, chi più chi meno, hanno molto parlato e promesso, spesso troppo e a vanvera, ma di concreto troppo poco e comunque insufficiente. Da giorni questi eventi meteorici erano previsti e confermati da tutti, possibile che non ci si poteva preparare con vasche di laminazione utilizzabili, con fosse del castello vuote, e con la macchina della Protezione in moto? Possibile che dopo le decine di milioni di risorse pubbliche spese per bonificare un inquinamento provocato dal privato e realizzare la vasca di espansione di Riese Pio X, sembra che per un semplice "ponte" pericolante non sia stata possibile utilizzarla?

Possibile che non ci si possa preparare con il fossato del castello vuoto e pronto ad "ospitare" almeno una parte di pioggia? Possibile che non abbiamo ancora capito che il territorio è come un "lavandino ormai impermeabile" e quindi preoccuparsi di attivare nuovi rubinetti che versano acqua senza preoccuparsi dello scarico è da irresponsabili. Vergona, Vergogna, Vergogna. Anche questa volta, con le scarpe asciutte e dall'asciutto, ci spiegheranno che è stato fatto tutto il possibile e che la colpa è di Roma "ladrona". Spero almeno che quanti hanno e continuano a contribuire all'evasione fiscale, pari a circa 150 miliardi di euro, che avrebbero potuti essere spesi anche per mettere in sicurezza il territorio, abbiano almeno la "dignità" di far silenzio”.

Daniele Facco candidato M5S e Consiglio regionale dal canto suo tuona: “Basta con la politica del cemento. Vedere Castelfranco Veneto nelle immagini che si sono diffuse sui social fa piangere il cuore, perché questo episodio rappresenta solo la punta dell’iceberg. Ma il problema di fondo sta nella mentalità dei nostri territori, di cui gli amministratori comunali e regionali non sono altro che la sintesi. Produrre, produrre e produrre a scapito di tutto e di tutti, finché va bene, ma il conto quando arriva lo si deve pagare a prescindere da orientamenti politici e sociali. Il dissesto idrogeologico fa ogni anno un passo avanti con la solita bomba d’acqua, nel frattempo l’economia posa un altro mattone costruendo a norma di legge.

La politica regionale degli ultimi anni sempre dello stesso colore, propone leggi per evitare il consumo del suolo e la Regione Veneto diventa la più cementata d’Italia, le amministrazioni comunali specie se dello stesso orientamento politico recepiscono il semaforo verde a nuovi interventi, ma tutti si dimenticano del territorio. Giusto qualche intervento qua e là per mettersi a posto la coscienza, operazioni spot per ammansire i cittadini furibondi di questo o quel paese. Castelfranco Veneto oggi e qualsiasi altro paese del Veneto domani, sono solo gli imbuti di tutti gli errori commessi in passato e che si stanno ancora commettendo nel presente. L’equilibrio del nostro territorio è fragile, e se non vogliamo vedere altre scene come quelle degli ultimi giorni dobbiamo imparare a costruire e a gestire il territorio diversamente da come abbiamo fatto sino ad ora, sapendo che ad ogni squilibrio creato è necessaria una compensazione, altrimenti l’eccezionale diventerà quotidiano”.

 



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