"Controllori" contro gli affollamenti della movida, il sindaco di Treviso: "Pessima idea, si mandano allo sbaraglio"
Per il sindaco Conte figura non necessaria a Treviso: "Non dobbiamo creare "distanziatori sociali" in persona ma sensibilizzare e dare il buon esempio"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Guardie civiche per controllare e far rispettare il distanziamento sociale degli avventori della movida.
Sono i 60mila assistenti civici che il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, vuole mettere in campo per aiutare i sindaci a far rispettare le regole nei locali all’ora dell’aperitivo, o nei parchi cittadini e nelle spiagge. Ma la nuova figura non piace a nessuno. Esclusa dal sindaco Mario Conte l’ipotesi di introdurre gli assistenti civici a Treviso.
“Penso sia un'idea che, oltre a non essere condivisibile dal punto di vista economico (secondo quanto emerge dalla bozza di ordinanza si tratta di uno stanziamento da 4 milioni e 800 mila euro), è alquanto fumosa nei contenuti e pure controproducente. Ritengo infatti non sia opportuno utilizzare questo tipo di "volontariato" che, fra l'altro, il governo non dovrebbe imporre agli amministratori locali. Anzi, queste persone sarebbero più utili a supporto delle Associazioni di Volontariato dei territori.
Mettere una casacca blu a inoccupati, persone in cassa integrazione o che ricevono forme di sostegno al reddito o reddito di cittadinanza per richiamare le persone durante la movida o l'attività nei parchi è, a mio parere, pure discriminatorio e pericoloso, visto che questi verrebbero mandati praticamente allo sbaraglio”, sottolinea Conte.
“Non dobbiamo creare "distanziatori sociali" in persona, senza neppure coordinarsi con i Ministeri di competenza e le Forze dell'ordine, ma sensibilizzare, dare il buon esempio e, soprattutto, dare fiducia ai cittadini”.