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23 aprile 2024

Montebelluna

Consorzio Piave preoccupato per siccità incombente

“Piave ai minimi, laghi semivuoti, neve ormai scomparsa: quali prospettive?”

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Piave

MONTEBELLUNA – “La stagione invernale volge ormai verso le battute finali. Dal bollettino della risorsa idrica appena emesso da ARPAV appaiono in modo evidente le caratteristiche climatiche dell’ultimo periodo sul bacino del Piave: temperature sopra la media (+1,2°C) per quasi tutti i giorni dal 10 dicembre ad oggi; apporti meteorici nel mese di gennaio ridotti a poco meno della metà (-54%) del valore medio misurato dal 1994-2021; riempimento laghi al 49% rispetto al massimo invasabile (come nel 2003); riserve nivali molto scarse e pari a circa 110-120 milioni di m³, a fronte di una media nel periodo 1991-2020 di 250-300 milioni di m³”: esordisce così una nota del Consorzio di bonifica Piave che teme ripercussioni irrigue per l’incombente siccità.

Il consorzio si dice preoccupato di dover chiudere le derivazioni, in virtù delle norme di salvaguardia del fiume Piave che ne garantiscono un deflusso vitale volto a scongiurare che il corso d’acqua finisca in secca, con le inevitabili conseguenze per l’ecosistema fluviale. Per tutelare i propri interessi il Consorzio, quindi, propone una serie di strategie da qui al 2025, tra le quali: “Progettare la riduzione dei prelievi: la riconversione delle vecchie reti a scorrimento in moderni impianti a pressione consente un risparmio d’acqua di almeno il 50%: il finanziamento di questi interventi, ad oggi non disponibile, assicurerebbe una drastica riduzione dei fabbisogni; Studiare la conversione delle cave dismesse come bacini: potrebbero diventare bacini di accumulo di pianura, indispensabili a superare i periodi di criticità”.

Proposte che devono trovare adeguati finanziamenti per l’attuazione, in particolare per quanto concerne la riconversione degli impianti di cui si parla oramai da decenni ma senza risultati degni di nota. Sarà quindi tempo che chi di dovere consideri questa proposta, anche per evitare nuovi emungimenti idrici dal fiume che rischiano di comprometterne l’ecosistema.

D'altronde oramai, con in cambiamenti climatici, l’acqua è diventata una coperta troppo corta che senza una seria e lungimirante analisi delle concrete risorse disponibili, rischia di lasciare qualcuno con i piedi scoperti. Ora è quindi evidente che se, come è giusto che sia i consorzi tutelano le esigenze irrigue, vadano tenute in debita considerazione anche quelle del fiume. Infatti, proprio perché fino ad ora non si è adeguatamente tutelato l’ambiente adesso siamo in questa condizione, con un cambiamento climatico oramai concreto, che impone nuove e più assennate valutazioni.
 

 



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