Il consorzio Piave investe 20milioni per tutelare il fiume
Le nuove norme introducono il “deflusso ecologico” che impone più rispetto per l’ambiente fluviale un uso parsimonioso dell’acqua
FOTO – deviazione dal Piave a Fener
MONTEBELLUNA – Quello che inizialmente era stato stabilito come “deflusso minimo vitale” vale a dire la quantità d’acqua che per legge deve rimanere nei fiumi a fronte del prelievo irriguo da parte dei consorzi, nell’imminente 2021, sarà ridefinito come “deflusso ecologico”. Ciò impone di rideterminare i valori di risorsa idrica che i consorzi possono attingere dai fiumi al fine di tutelare l’ecosistema fluviale ma anche di adottare misure volte al risparmio della acqua, una risorsa troppo preziosa per essere depauperata.
I cambiamenti all’orizzonte hanno imposta anche al Consorzio di bonifica Piave di intraprendere importanti iniziative nel rispetto delle nuove norme come spiega il presidente Amedeo Gerolimetto: “Nel confermare con convinzione l’adesione all’obiettivo di diminuire i prelievi dal grande fiume e garantire una sempre maggiore qualità sotto il profilo ecologico ed ambientale, il Consorzio di bonifica Piave ha avviato da tempo una profonda analisi delle derivazioni gestite e degli impatti che l’applicazione del DE avrebbe nel caso di immediata e completa applicazione.
Purtroppo, non vi è dubbio, che una riduzione improvvisa della derivazione, volta ad assolvere all’obbligo di rilascio richiesto, avrebbe impatti devastanti sotto il profilo economico, ambientale e paesaggistico su un territorio molto ampio, vissuto ed abitato da centinaia di migliaia di cittadini e di attività economiche di elevata valenza.
L’applicazione del DE nella misura prevista dalla Direttiva può generare una riduzione della portata disponibile del 50% con nette riduzioni della produzione vendibile dovuta alla mancata produzione agricola grazie alla perdita di convenienza di alcune colture rispetto ad altre e ricadute sul numero di aziende e di addetti dedicati al settore primario nell’area.
Ugualmente avremo perdite di produzione di energia da fonte rinnovabile e altrettanto importanti impatti negativi sul territorio interessato, valutabili attraverso i servizi ecosistemici, in particolare sotto l’aspetto turistico-ricreativo e quello ambientale-paesaggistico”.
Già ma si tratta di sacrifici necessari in un contesto ambientale sempre più compromesso dall’antropizzazione indiscriminata, con gravi conseguenze anche climatiche che sono sotto gli occhi di tutti; tant’è che il Consorzio pur se preoccupato per l’impegno richiesto è ben consapevole di questa necessità e si è già attivato con progetti concreti, volti a trasformare la propria rete irrigua sul territorio.
Molte sono le azioni necessarie in tal senso, dalla conversione degli impianti a scorrimento in pluvirrigazione ma anche la riduzione degli sprechi con una manutenzione sempre più efficace: quindi nuove opere e interventi, che saranno realizzati entro il 2022, finalizzati una gestione più ragionata dell’acqua, per un valore di 20milioni di euro.