CASTELFRANCO - Si sta avvicinando sempre più velocemente l’ora X, ossia il trasferimento dell’Istituto Manzato, la celebre scuola di musica nata a Treviso oltre 160 anni, all’interno dei locali del palazzo dell’ex-Banca d’Italia, nella centralissima piazza Pola del capoluogo. A breve inizieranno i consistenti lavori di adattamento e di insonorizzazione della struttura, di proprietà del gruppo Baccini, che dovrebbero concludersi entro l’anno in corso.

Il Conservatorio "Agostino Steffani", socio istituzionale del Manzato insieme al Comune di Treviso, ha colto l’occasione di questo trasferimento per promuovere diversi progetti in collaborazione con il Manzato: l’idea è infatti quella di decentrare alcuni corsi di alta formazione e di perfezionamento da Castelfranco a Treviso, sull’esempio delle Università di Padova e di Venezia Ca’ Foscari.

In quest’ottica sabato si è svolta presso la sede di Villa Barbarella la prima visita ufficiale del Consiglio di amministrazione del Manzato, composto dal presidente Giovanna Cordova e dal direttore Marco Gasparin, oltre che dal resto dei membri del Direttivo.

«Ho inviato il Presidente e il Direttivo dell'Istituto Manzato per dare un segnale forte di squadra – dichiara Stefano Canazza, direttore dello Steffani – Abbiamo parlato di progettualità e di ampliamento dell'offerta didattica, di certificazioni per i corsi di studio e di potenziamento dell'attività di produzione facendo anche asse con le istituzioni musicali della città. Dopo anni possiamo dire di avere un progetto definito per il futuro sulla filiera musicale a Treviso».

Anche Mario Conte, sindaco di Treviso, plaude all'incontro: «Il nuovo corso dell'Istituto Manzato punta alla qualità e per arrivare a questo obiettivo bisogna rafforzare l'asse che il Conservatorio di Castelfranco sta condividendo con noi, scommettendo sul futuro dell'Istituto. Plaudo per questa prima visita ufficiale, con l'auspicio che il ventaglio della proposta culturale del Manzato continui ad aumentare, perché significa coinvolgere sempre più giovani che in hanno bisogno di tornare a socializzare anche attraverso la musica».