Congedo retribuito per assistere il padre invalido: tribunale accoglie il ricorso di una lavoratrice trevigiana
La donna ha chiesto il beneficio per la seconda volta dopo aver accudito per due anni la madre malata
| Isabella Loschi |
TREVISO - Vittoria di una lavoratrice assistita dal sindacato Fp Cgil di fronte al tribunale di Treviso: l’ordinanza della sezione lavoro dello scorso 10 gennaio ha imposto all’Inps l’immediato riconoscimento del congedo retribuito spettante per l’assistenza permanente e continuativa al padre in condizioni di grave disabilità.
La vicenda era iniziata dopo che la donna, dipendente in un ente privato accreditato della Marca, si è trovata nella condizione di rivivere per la seconda volta il dramma della malattia di un genitore. Dopo aver assistito la madre usufruendo del congedo retribuito di due anni previsto per legge, e continuando ancora a farsi quotidianamente carico di tutte le sue sempre più incombenti necessità, anche il padre si ammala con conseguente degenerazione delle proprie capacità e autonomia e, dunque, l’esigenza di essere anche lui accudito. La signora si è rivolta allora al sindacato con tutta l’intenzione di rassegnare le dimissioni, ed è a quel punto che, invece, grazie all’intuizione dei funzionari della Fp Cgil di Treviso e agli avvocati dello Studio Legale Acm di Cittadella, che ha patrocinato la vertenza, è partita la richiesta all’Inps, la seconda purtroppo di congedo retribuito, avvalendosi, a seguito del rigetto dell’ente previdenziale, del ricorso d’urgenza al fine di scongiurare l’assenza ingiustificata dal luogo di lavoro. L’Istituto, infatti, ha respinto la richiesta adducendo che la norma prevede un tempo massimo del beneficio di due anni in precedenza già utilizzati.
In nodo, dunque, è il riconoscimento del diritto di assistere un congiunto o più di uno, in condizioni gravi, nel corso della propria vita. Questione portata all’attenzione della sezione lavoro del Tribunale di Treviso che si è pronunciato per l’ammissione e la tutela del diritto di congedo per motivi di assistenza al padre anche se tale sostegno sia già stato usufruito precedentemente per pari ragione per la madre. Alla luce della situazione, il Tribunale ha adottato una procedura d’urgenza contenendo il procedimento promosso dalla lavoratrice in tempi rapidissimi.
“Una storia umanamente drammatica, un caso di tutela dei diritti del lavoratore, ma direi anche dei familiari, finito in un’aula di tribunale che si è concluso per il meglio, grazie alla competenza e preparazione di sindacalisti e avvocati – ha commentato Marta Casarin, segretaria generale FP CGIL di Treviso -. Per garantire uno Stato sociale è necessario esercitare fino in fondo i diritti stabiliti dalla normativa e dall’espressione interpretativa della magistratura. Alla luce di questa ordinanza e in attesa della sentenza definitiva con la quale il Tribunale si pronuncerà nel merito, ci aspettiamo che l’INPS adotti quanto prima una circolare recependo tale indicazione ed evitando così che si debba ricorrere alla giustizia per far valere un diritto, quello dei lavoratori e lavoratrici di farsi carico dei loro familiari in gravi situazioni, ma di poterlo esercitare senza intoppi fin dall’insorgere delle condizioni determinate dalla legge”.
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