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28 marzo 2024

Conegliano

Conegliano, stop alle camminate in centro: "Se uno vuole fare una passeggiata, abbiamo tante colline"

Il comandante Claudio Mallamace spiega le restrizioni imposte dalla nuova ordinanza

| Roberto Silvestrin |

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Conegliano, stop alle camminate in centro:

CONEGLIANO - Evitare il centro di Conegliano e passeggiare in collina. Con la nuova ordinanza regionale viene introdotta un’ulteriore stretta sui movimenti, per evitare che si creino assembramenti nei luoghi in cui l’aggregazione è un fenomeno naturale, come per esempio i centri storici. “Secondo i dettami della nuova ordinanza è vietata l’attività di camminata nelle zone affollate”, spiega il comandante della polizia locale Claudio Mallamace.

 

La passeggiata o la corsa si devono fare quindi nelle zone periferiche, preferibilmente in campagna o in aree verdi. Ovviamente non esiste un confine fisico visibile tra il centro e il resto della città, ed è per questo che dovrebbe essere il buonsenso – troppo spesso assente, purtroppo – a guidare i comportamenti dei runner o di chi sta semplicemente prendendo un po’ d’aria fresca durante una camminata.

 

Anche per le forze dell’ordine non è un compito facile: “È difficile discernere chi, in centro, sta semplicemente passeggiando da chi va al lavoro o fa acquisti in un negozio. È più facile nel fine settimana”, spiega il comandante. “Se uno vuole fare una passeggiata – continua Mallamace -, abbiamo tante colline. L’importante è non concentrarsi tutti nella stessa zona”.

 

Il consiglio rimane comunque sempre quello di “evitare il centro città e i luoghi in cui ci sono assembramenti”. L’augurio di tutti è che la stretta imposta dall’ordinanza firmata ieri da Zaia scongiuri l’inserimento del Veneto in fascia arancione, visto che oggi il Governo dovrebbe stabilire – dati aggiornati alla mano – i nuovi “colori” delle Regioni.

 

“Noi cerchiamo di applicare la norma con buonsenso – dichiara Mallamace -, ma devono mettercelo tutti. Deve essere una cosa reciproca”. La speranza è che non scatti la “caccia al runner” – come accaduto durante il primo lockdown -, ma anche che non arrivi la classica valanga di domande sui cavilli per arginare in qualche modo la norma. 

 


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Roberto Silvestrin

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