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28 marzo 2024

Conegliano

Conegliano: "Il sindaco Chies era così in difficoltà che essere mandato a casa era la cosa che voleva”

Conferenza stampa congiunta della minoranza allargata, continua la polemica

| Roberto Silvestrin |

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Conegliano:

CONEGLIANO - “Il sindaco Chies era così in difficoltà che essere mandato a casa era la cosa che voleva”. Flavio Pavanello, capogruppo di “Cambiamo Conegliano”, ha fotografato così l’ultimo periodo del mandato del primo cittadino. Questa sera i gruppi consiliari della “minoranza allargata”, che con le loro dimissioni hanno fatto cadere l’amministrazione, in una conferenza stampa congiunta hanno spiegato le ragioni della scelta di interrompere il mandato di Chies.

 

Perché non ci stanno ad essere definiti “irresponsabili e traditori”, come è avvenuto in questi giorni, soprattutto via social. “Siamo stanchi dei piagnistei degli ultimi giorni e delle lamentele del sindaco e dei suoi accoliti – ha dichiarato il capogruppo Pd Alessandro Bortoluzzi -. Rispediamo al mittente l’accusa di essere irresponsabili. Il momento è delicato, ma proprio per questo la città non può permettersi settimane e mesi di ingovernabilità”. I 13 consiglieri sono stati criticati per aver lasciato la città senza sindaco e giunta durante il riacutizzarsi della pandemia. “Piuttosto di un sindaco che non è in grado di governare è meglio un commissario che assicura l’ordinaria amministrazione”, ha replicato sempre Bortoluzzi.

 

Secondo l’esponente dem la via delle dimissioni ha semplicemente accorciato i tempi, rispetto a quelli richiesti da una mozione di sfiducia. “In quel modo non si sarebbe andati al voto in primavera e forse nemmeno in autunno. Si sarebbe arrivati a maggio del 2022”, sostiene Bortoluzzi. È stato però Stefano Dugone, dei Popolari per Conegliano, uno tra i più agguerriti. Un fatto comprensibile, visto che il suo gruppo consiliare faceva parte della maggioranza e l’unico assessore espressione dei Popolari, Floriano Zambon, è stato destituito dal suo ruolo un anno fa.

 

“Chies, dal primo giorno dopo il primo consiglio comunale, ci ha chiesto di firmare le dimissioni di Zambon – sostiene -. Noi invece abbiamo chiesto una verifica di maggioranza, ma ci hanno riso in faccia. C’è stato un arroccamento nella difesa di alcune persone e non per il bene della città. Per risolvere la questione bastava cambiare le deleghe ad un assessore”.

 

Un attacco che ricorda invece le origini del movimento 5 stelle, quello del capogruppo Alberto Ferraresi: “Quando dicevano di continuare a lavorare per la città erano solo bugie. Il consiglio comunale alla fine lo avevamo in mano noi. Abbiamo fatto passare quello che volevamo per responsabilità. Loro invece volevano salvare la sedia”.

 

Secondo Pavanello invece Chies avrebbe potuto salvare almeno il salvabile. “Perché il sindaco non ha fatto nulla per salvare la sua giunta e la sua amministrazione? C’erano gli spazi di manovra”.

 



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Roberto Silvestrin

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