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28 marzo 2024

Conegliano

Conegliano, in via Lourdes si continua a morire per incidenti stradali

Antonio Antoniazzi è solo l'ultima vittima, è morto ieri sera

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

via lourdes antonio antoniazzi

CONEGLIANO - In via Lourdes si continua a morire. All’elenco delle vittime della strada, purtroppo, ieri sera si è aggiunto Antonio Antoniazzi, l’operaio 56enne che ieri sera è stato investito mentre attraversava la carreggiata.

 

Abitava poco lontano dal luogo dell’incidente: era andato a fare una passeggiata, e in quel momento stava ritornando a casa. Per lui, nonostante l’intervento del Suem 118, non c’è stato nulla da fare. Via Lourdes è da tempo teatro di incidenti mortali: negli ultimi anni due persone, prima di Antoniazzi, avevano perso la vita a causa di un incidente avvenuto lungo quella strada. Si contano tre vittime tra il novembre del 2017 e i primi giorni del 2021. Facendo le debite proporzioni, si ottiene la media di quasi un morto all’anno.

 

E così il Partito Democratico di Conegliano, attraverso il proprio capogruppo Alessandro Bortoluzzi, ha nuovamente sollevato la questione della pericolosità di quella via. Lo aveva già fatto nella primavera del 2020, presentando le osservazioni al Piano generale del traffico urbano. “Il Pgtu, tra le sue rilevazioni numeriche e le sue corpose considerazioni, sembra aver misteriosamente dimenticato qualsiasi intervento […] nel quartiere che ha fornito un tributo di vittime terribile al sistema della circolazione nella città di Conegliano: Via Lourdes”, si legge nelle osservazioni.

 

Si tratta di “una strada sulla quale intervengono utenze deboli”, come “una scuola materna, una scuola primaria, una casa di rilevanti dimensioni, una chiesa, un supermercato”. Lungo via Lourdes, ogni giorno, transitano oltre 21mila veicoli. I dem proponevano di “aprire un tavolo di concertazione sovracomunale” con i comuni di “Vittorio Veneto, Tarzo, Pieve di Soligo, Refrontolo e San Pietro di Feletto, con il coinvolgimento degli enti sovraordinati”.

 

Le proposte per mettere in sicurezza la via però non si fermavano qui: sul piatto il Pd metteva anche “l’installazione di postazioni fisse per la rilevazione della velocità”, la creazione di “sensi unici” e anche l’eventuale riduzione delle “dimensioni delle carreggiate per privilegiare la mobilità debole”.

 


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Roberto Silvestrin

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