Con il covid i Testimoni di Geova abbandonano le visite porta a porta e optano per telefonate e lettere
Nell’epoca del covid anche pratiche consolidate vengono abbandonate per intraprendere nuove vie
MONTEBELLUNA – Girare casa per casa è diventato impossibile fin dal lockdown, prima per il divieto e poi le diffidenza della gente così chi lo faceva abitualmente ha pensato bene di cambiare strategia come ci spiega una nostra lettrice di Montebelluna.
“Poche settimane fa mi telefona una signora, per la verità molto cortese ed educata e mi spiega di essere di Maser e di volermi parlare di Gesù: ammetto che la cosa mi ha un po’ spizzata e mi ci sono voluti alcuni secondi, per capire che si trattava di una Testimone di Geova”.
Già proprio così, abbandonata la tradizionale pratica dei proseliti “porta a porta” in epoca di covid la comunità religiosa dei Testimoni di Geova ha pensato di ricorrere al buon vecchio telefono ma non solo come precisa la nostra lettrice che dii recente ha ricevuto posta.
“Trovo nella cassetta delle lettere una busta senza mittente: apro e c'è una lettera scritta a mano, in verità una fotocopia. II tono è rassicurante e parla di religione, la firma è di una non precisata Alberta, la lettera è accompagnato da un volantino dal titolo “Cos'è il regno di dio”. Francamente non m’interessava ma ho apprezzato di non essere svegliata la domenica mattina dal suono inopportuno del campanello, come mi è più volte capitato con i pur educati Testimoni di Geova”.