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29 marzo 2024

Conegliano

Conè: la (nuova) protesta delle commesse

1 novembre: giornata di presidio. E lavoro

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Conè: la (nuova) protesta delle commesse

CONEGLIANO - Sono pronte. Le commesse del Conè si sono date appuntamento la mattina del 1 novembre. Per protestare, prima di cominciare a lavorare. Perché se è guerra alle aperture domenicali, è doppia-guerra a quelle festive.

 

Il 1 novembre - come aveva dichiarato Andrea Mizziau, commesso portavoce del malcontento della categoria di lavoratori - andrebbe onorato. Ogni buon cattolico, insomma, dovrebbe pregare per tutti i Santi in questa data. E non comprare mutande e calzini.

 

Per questo, alle 8.30, le commesse del Conè si faranno sentire - cartelloni e striscioni alla mano - e vedere. Accompagnate dai sindacati, forti delle oltre 1000 firme raccolte tra i lavoratori di Conè e coneglianese, porteranno avanti il presidio per tutto il giorno. Per sensibilizzare i clienti. Per difendere la loro libertà. La libertà di consacrare le feste. O, quando meno, di avere una retribuzione adeguata. Straordinaria.

 

Il presidio, sarà portato avanti dalle commesse che domani non sono di turno. Le altre, staranno in negozio a servire i clienti. Perchè questo, non vuole essere uno sciopero. Ma un semplice messaggio, che sperano arrivi a destinazione.

 

“Anche i commessi/e hanno una vita privata”. Con questo slogan, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Treviso  si uniranno alle commesse, per protestare davanti al Conè. E sono proprio le sigle sindacali del commercio i promotori dell’iniziativa, che stanno promuovendo  invitando a manifestare assieme ai loro familiari tutti i lavoratori e le lavoratrici dei negozi, per difendere quello che per loro è un diritto irrinunciabile, sacro: il riposo festivo e domenicale.

 

 “Aprire i centri commerciali e i negozi nelle festività, oltre a tutte le domeniche – spiegano Luigino Tasinato della Filcams Cgil, Edoardo Dorella della Fisascat Cisl e Massimo Marchetti della Uiltucs Uil - non aumenta l'occupazione, peggiora le condizioni di chi nei centri commerciali ci lavora e non aumenta le vendite in una condizione di crisi come quella che stiamo vivendo in questi anni”.

 

“Chiediamo – proseguono i sindacalisti – anche ai consumatori di fermarsi a riflettere sugli effetti dello shopping domenicale, perché queste aperture illimitate non aumentano l'occupazione ma peggiorano le condizioni di lavoro. Molti pensano che il lavoro domenicale sia pagato meglio, ma ciò non è vero. Alcune catene della grande distribuzione hanno disdetto i contratti integrativi con l'intenzione di cancellare le maggiorazioni aggiuntive ed il capitolo messo in discussione nella contrattazione integrativa è quello di tutte le maggiorazioni domenicali. Inoltre da tempo il problema dei costi e' stato risolto assumendo con la domenica obbligatoria nell'orario di lavoro, quindi senza maggiorazioni”.

 


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