28/03/2024pioggia

29/03/2024nuvoloso

30/03/2024pioviggine

28 marzo 2024

Treviso

Compie 68 anni, la legge gli impedisce di guidare il camion: "Io voglio continuare"

La battaglia di Silvano De Longhi e di altri 7 colleghi trevigiani

| Riccardo D'Argento |

| Riccardo D'Argento |

silvano de longhi

TREVISO - Tra pochi mesi compirà 68 anni, ma vuole continuare a guidare il suo camion, che pesa meno di 44 tonnellate. In Italia, purtroppo, l’articolo 126 del codice della strada non glielo consente. Il motivo? Raggiunti limiti d’età.

 

I suoi colleghi stranieri, invece, guidano normalmente, anche in Italia: negli altri paesi, infatti, non esistono limiti d'età. E allora il trevigiano Silvano De Longhi, insieme ad altri 7 colleghi trevigiani, si è rivolto alla Commissione europea per le petizioni, che ha dichiarato ricevibile la sua istanza. “Ho chiesto alla commissione di condurre un’indagine preliminare sul tema – si legge nella nota che riporta la risposta di Dolors Montserrat, presidente della commissione -. Ho anche trasmesso la petizione alla commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo”.

 

Il camionista si è quindi rivolto all’avvocato Fabio Capraro di Treviso, esperto in questo specifico ambito giuridico, e insieme ad altri 7 colleghi ha sottoscritto una petizione: l’hanno quindi inviata alla XI Commissione dei trasporti della Camera dei Deputati. Il legale ha chiesto l’adeguamento della normativa italiana a quella degli altri paesi europei.

 

“Contrariamente a quanto si crede – scrive Fabio Capraro nella missiva inviata alla Commissione dei Trasporti italiana - l’indice di pericolosità, secondo la classe del conducente responsabile, diminuisce con l’aumento dell’età. Proprio i guidatori anziani infatti sono mediamente più prudenti e meno soggetti ai fattori, quali l’alta velocità, che più incidono sulla pericolosità alla guida, circostanza peraltro corroborata dalle statistiche. Solo il 6% dei conducenti coinvolti in incidenti stradali, infatti, ha più di 65 anni”.

 

“Fare il camionista non è solo un lavoro: è una passione di vita – sostiene De Longhi -. Chi andrebbe a dire ad un atleta, che è controllato e in buona salute, di smettere di fare sport solo perché la carta d’identità non glielo permette?”

 


| modificato il:

Riccardo D'Argento

Leggi altre notizie di Treviso
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×