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20 aprile 2024

Treviso

Commercio: "Con la quarta ondata a dicembre rischiamo di perdere il 40% del fatturato"

L'appello della Confcommercio di Treviso: "Serve più responsabilità da parte di tutti: se si spegne l’insegna di un negozio, si spegne la vita dei centri storici"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Federico Capraro

TREVISO - Il mese delle feste è iniziato. A Treviso fanno capolino le luci sull’acqua, la Loggia Incantata dove trova posto il villaggio di Babbo Natale e in piazza dei Signori proprio oggi è arrivato il grande albero pronto per essere addobbato a festa. Le vetrine del centro sono tutte addobbate pronte per accogliere i trevigiani per lo shopping natalizio.

A preoccupare il commercio e il turismo, nonostante la possibilità di rimanere aperti anche in zona gialla e arancione grazie al Super Green Pass, l’aumento inarrestabile dei contagi. “Siamo all’inizio della quarta ondata e del terzo inverno di epoca Covid e rischiamo di perdere, in questo mese di dicembre, il 40% del fatturato dopo due anni di pesanti penalizzazioni”, le parole di Federico Capraro, presidente Confcommercio Treviso. “E’ forte e vivo in tutti il ricordo delle strette e degli allentamenti, delle chiusure e delle riaperture controllate, delle paure e delle speranze, della tensione rigorista e dell’allentamento rilassato. Abbiamo dato prova, in Veneto, a Treviso e più in generale nel nostro Paese, di aver saputo gestire la pandemia meglio che in altri territori”.

“Le nostre imprese hanno fatto fronte a una situazione drammatica e mutevole. Abbiamo imparato a vivere e gestire le nostre attività con il fattore incertezza a 360 gradi. Oggi, di fronte alle manifestazioni “no pass” e “no vax”, di fronte al mercato nero dei green pass e di fronte al rialzo dei contagi, se da una parte può esserci la tendenza a rifiutare, dall’altra dobbiamo tutti alzare ancora una volta il livello di responsabilità, di impegno e di coraggio -  -sottolinea Capraro - .Lo dobbiamo alla sopravvivenza delle nostre imprese, ai nostri dipendenti, alle nostre famiglie e ai tanti consumatori che continuano a darci fiducia. Siamo l’ossatura delle città e dei quartieri, se si spegne l’insegna di un negozio, si spegne la vita".

 "Quante volte abbiamo atteso la “nuova normalità”?, quante volte ci siamo detti “bisognerà convivere con questo virus, che muta e si fa conoscere nelle maniere più subdole”: ebbene, siamo giunti in questa nuova normalità e in questa convivenza stabile. L’istinto è quello di abbassare la guardia e di cedere al logorio del divisionismo e della demagogia: libertà contro dittature, comunità contro il singolo, fallimenti contro successi. Non è questa la strada giusta. La sfida, per noi, operatori del commercio e del terziario, che ogni giorno vediamo in faccia i consumatori-cittadini, non è stare da questa o da quella parte, come se ci fosse un bene e un male, un giusto e un ingiusto, un dritto o un rovescio della faccenda. E’ molto più semplice. Sta nel rispetto delle regole, nello sforzo continuo dell’applicarle, nella fiducia verso chi si assume le responsabilità, nel rispetto della libertà di ciascuno laddove consacri il diritto a lavorare e a non far ammalare gli altri”.

 


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Isabella Loschi

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