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06 novembre 2024

Politica a scuola

Categoria: Altro - Tags: scuola, politica, partecipazione

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Nicolò Bonato | commenti | (7)

A scuola, imperativamente, non si parla di politica.
O almeno questo è quello che ci viene ripetuto ogni volta che l'argomento di una lezione si avvicina, anche casualmente all'attualità e si comincia ad “uscire dal seminato”.
Perché, viene da chiedersi, non si può consentire a studenti e docenti di discutere, da pari per una volta, di questioni “vive”, che toccano la nostra vita di tutti i giorni?

Da quando in qua le teorie e le convinzioni politiche sono contagiose, si trasmettono con il solo contatto?

Uno dei motivi a quanto pare è quello di evitare una contaminazione delle menti degli studenti, che potrebbero farsi influenzare dai pensieri dei professori, secondo lo stesso processo che porta i ragazzi che leggono “Mein Kampf” o “Il manifesto del Partito Comunista” a diventare nazisti o comunisti. Da quando in qua le teorie e le convinzioni politiche sono contagiose, si trasmettono con il solo contatto?
Mi sembra assurdo rifiutarsi di discutere di politica con un diciassettenne per paura di influenzarlo salvo poi chiamarlo al voto il giorno successivo, quando ormai è diciottenne. Nel nostro corpo non c'è un interruttore “mentalità influenzabile ON” che viene disattivato il giorno del passaggio alla maggiore età.
È importante parlare ai giovani, con i giovani, di politica; in primo luogo per non abbandonarli nella palude di un pigro qualunquismo e inoltre per consentire loro un'attività politica (già soltanto il semplice voto) cosciente e consapevole.

L'ora di politica sarebbe un apporto fondamentale alla formazione di noi futuri cittadini.


L'abbandono della politica attiva (e delle urne) da parte dei giovani è sicuramente da imputarsi anche a questo “tabù”.
La lettura dei giornali, relativamente comune tra i nostri genitori alla nostra età, ormai è solo un mero ricordo.
Il fatto di concederci di confrontarci tra di noi e con i docenti sui temi di attualità e di politica darebbe inoltre risultati anche nella formazione generale di noi ragazzi, che impareremmo a esporre al meglio le nostre tesi, capendo che da un confronto non si deve per forza uscire vincitori o vinti, ma si può essere tutti arricchiti.

L'ora di politica sarebbe un apporto fondamentale alla formazione di noi futuri cittadini.
Potrebbe svolgersi anche solo leggendo e commentando vari quotidiani diversi ogni lezione, in modo da avere più punti di vista su un'unica notizia, tentando di sviluppare, con l'assistenza del docente e l'utilizzo dei nuovi media, quali Internet, se non un'idea personale, almeno un sano senso critico. Magari arricchendo il tutto con nozioni su come funziona il sistema politico italiano e quelli europei.

Per evitare la parzialità di opinione di un solo docente, se ciò fosse così preoccupante, l'ora di politica potrebbe spostarsi di settimana in settimana nelle ore di un diverso professore ogni volta, senza relegare l'attività a professori una determinata materia.
Dopotutto ogni docente, al di là dei suoi studi, dovrebbe avere un'idea politica e una minima capacità di gestire una sana discussione.
Un'ora simile però dovrebbe avere una precisa indicazione nel orario, senza lasciarla alla personale volontà dei docenti, come accade per le ore di educazione civica o di informatica, teoricamente incorporate, senza un preciso monte ore, in quelle di storia e matematica.
Ovviamente, quest'ora non dovrebbe prevedere una valutazione, così da consentire maggiore tranquillità e libertà agli studenti, togliendo inoltre ai docenti l'incombenza della valutazione di qualcosa così difficilmente valutabile.



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Ottima riflessione, bravo. Ho scoperto da poco che negli istituti superiori la lettura dei quotidiani è pratica poco diffusa…

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"Ovviamente, quest'ora (di politica settimanale) non dovrebbe prevedere una valutazione, così da consentire maggiore tranquillità e libertà agli studenti, togliendo inoltre ai docenti l'incombenza della valutazione di qualcosa così difficilmente valutabile" (sic!).

Ergo: siccome è difficile da valutare, al docente non è richiesto lo sforzo della valutazione (si sa, è difficile), e così lo studente è tranquillo e libero di andare a fumare nei cessi.
Bene, perché non si applica lo stesso metodo a tutte le altre materie?

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Poco più di vent'anni fa alle superiori avevo 4 professori che facevano politica regolarmente a quasi tutte le lezioni. Siccome erano sinistroidi non gli andava bene il governo che c'era in carica e quindi spesso si usciva dal seminato e si discuteva di politica. Oggi si vede che le cose in poco più di vent'anni sono cambiate. Ma siamo veramente sicuri che la politica non entri mai nelle aule?
Mi pare una cosa così strana!

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...mio figlio mi racconta che a scuola di politica ne parlano.

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La scuola, che dovrebbe essere uno dei motori più curati della società, è già abbastanza scassata di suo.Ci mancherebbe solo che istituissero "l'ora di politica", ovverossia nella migliore delle ipotesi un esercizio di dialettica parolaia, nella peggiore un battibecco inconcludente.
A scuola si va per imparare a leggere, scrivere, far di conto...si va per studiare la storia maestra di vita o la filosofia che insegna a pensare. Magari approfondire l' Educazione Civica, da sempre bistrattata (coi risultati che vediamo), quello si.

Cari bociazze , se siete così appassionati di politica, come sarebbe giusto che fosse, cominciate a frequentare i Consigli Comunali o (se la Lega non li avesse spazzati via) quelli di Quartiere. Lì siete rari come le mosche bianche. Inveze al bar, a trangugiar spritz come idrovore, l'é sempre 'na gran ressa...

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Una sola trollata di Bastanzetti che da dei bociszza a coloro che hanno scritto nota e dato opinioni. Probabilmente e' giu' di forma, forse un po' risentito perché Da Re lo ha licenziato.

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In un commento postato questa mattina sul blog di Francesca Salvador, Michele Bastanzetti accusa alcuni commentatori ed anche la blogger, probabilmente, di essere fiancheggiatori di chi sgozza esseri umani, del terrorismo islamico. E' un' affermazione priva di fondamento, ma grave e pericolosa.

Michele Bastanzetti
03/09/2014 - 7:19
LA BARBARIE TRA DI NOI
I fondamentalisti dell’Isis hanno sgozzato un altro giornalista. Pura,spregevole barbarie. E ciò che lascia vieppiù attoniti è che persino tra di noi, persino in questo blog ci sia gente che fiancheggia questa barbarie.

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