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28 marzo 2024

Come non farsi ingannare dalle etichette. Parte I

Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: etichetta, etichette, etichette alimentari

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Sara Da Dalt | commenti | (2)

Oggi mi chiedevo se è davvero così semplice leggere un etichetta per un consumatore.

Da laureata in Scienze e tecnologie alimentari non trovo grandi difficoltà ma, per chi non ha fatto il mio stesso percorso, non credo sia proprio così.

Tra le tante cose che ci sono da leggere, spesso viene data per scontata la lista degli ingredienti. Non è necessario saperne molto, è sufficiente ricordare che, per legge, gli ingredienti sono riportati in ordine decrescente di peso, ovvero da quello utilizzato in quantità maggiore fino a quello presente in quantità minore.

Perché è importante?
Sarà capitato anche a voi di comprare un prodotto con un nome ingannevole, di quelli utilizzati sapientemente dai produttori per confondere il consumatore e spingerlo ad acquistare.
Ecco perché la lista degli ingredienti assume una certa importanza, insomma non dobbiamo farci imbrogliare.

Pensiamo che, se non altro, sulla base di questa ognuno di noi può subito capire qual è l’effettiva composizione di un prodotto: se è fatto di acqua, se contiene molti zuccheri, se è formulato con tanti grassi ecc. E’ un modo diretto di valutare cosa si sta acquistando (indipendentemente dalla tabella nutrizionale).

A dimostrazione di quanto detto, riporto due dei tanti casi rilevati.

“Nesquik gusto fragola”
In commercio si trova questo preparato che viene pubblicizzato come un prodotto adatto ai bambini, fatto con latte e fragole.
Questa è, in realtà, la lista degli ingredienti: zucchero, maltodestrine, aromi naturali, colorante rosso di barbabietola, vitamine (C, niacina, acido pantotenico, B6, tiamina, folacina, D). Ovvero, la base del prodotto è lo zucchero e delle fragole non c’è nemmeno l’ombra; il loro aroma e gusto sono dati da aromi naturali e dal colorante rosso di barbabietola.

Patatine San Carlo “gusto lime e pepe rosa” e “ai pomodorini di stagione”
Altri due esempi in cui il nome indica la presenza di uno specifico componente che, invece, non risulta nella lista degli ingredienti: lime e pepe rosa sono stati sostituiti da “aromi lime e pepe rosa”, così come per i pomodorini di stagione (“aromi”).

E questi sono solo degli esempi.
Per fortuna che esistono una legge specifica in materia di etichettatura e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), che intervengono in queste situazioni a tutela del consumatore. Ma, dopotutto, quanto costa essere dei consumatori attenti?



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Vabbè, ma se qualcuno compra quei tipi di prodotti certo non va a leggere gli ingredienti, sono cibo spazzatura per antonomasia.
Diversa la questione ad esempio del formaggio, dove si parte da quello che contiene solo "latte, sale e caglio" a quello in cui gli mettono gli antibiotici sulla crosta!

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Sono d'accordo con lei, gli esempi riportati riguardano due tipologie di cibi spazzatura, ma li ho citati di proposito.
L'obiettivo di quanto detto nel post era quello di dimostrare che ci possono essere molte indicazioni fuorvianti in un'etichetta, anche in quelle di prodotti semplici e che vengono consumati da molte persone (come le patatine).
Il mio era un suggerimento: cominciare a guardare le varie indicazioni dei prodotti con un occhio critico.
Potrei citare anche altre esempi un pò più salutari come le marmellate per la prima colazione Zuegg "senza zuccheri aggiunti", che in realtà contengono succo d'uva concentrato (il quale, di per sè, contiene un'elevata quantità di zuccheri); in pratica, non contenendo lo zucchero normale, viene spacciato come prodotto dietetico (o salutista), quando invece non è così.

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