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29 marzo 2024

Treviso

Classici contro 2015: teatri di guerra

Intervista al grecista Alberto Camerotto

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Classici contro 2015: teatri di guerra

TREVISO - E' il programma ambizioso di questa quinta edizione, un evento nato nel 2010, ideato e progettato da Alberto Camerotto e Filippo Maria Pontani, docenti dell'Università "Cà Foscari" di Venezia.

Ne abbiamo parlato con il vittoriese Camerotto.

La molla che li ha spinti a tentare e a impegnarsi nell'iniziativa è stata la riflessione secondo cui ancora oggi il pensiero e le opere dei classici sono capaci e in grado di favorire tra i cittadini le riflessioni, "anche in questo tipo di società, che si frantuma. Il pensiero, che viene da lontano, in Italia ed Europa può dare una scossa. Abbiamo messo in cantiere questa idea, che ha funzionato da subito!".

Come siete partiti?

Sulla base della nostra esperienza della ricerca scientifica, abbiamo voluto coniugare i luoghi belli del nostro territorio con i problemi della quotidianità, anche quelli che si alimentano con la rabbia. Certo parlare dei classici non è un fatto molto semplice, è, per natura, controcorrente e quindi abbiamo deciso di metterci in gioco. La risposta è stata appassionata e superiore alle nostre stesse attese ed aspettative".

Quando e come avete iniziato?

Siamo partiti puntando sui temi civili, dai teatri del Friuli e del Veneto e in particolare dal Teatro Olimpico di Vicenza. Il progetto venne accolto con forte sostegno dalle istituzioni. A partire dal secondo anno, nel 2012, in relazione ai temi del momento, quelli della crisi, ci ponemmo la domanda quale fosse il potere della ricchezza e dei soldi e come ci si poteva rapportare, facendo tesoro del pensiero dei classici, della loro etica, che avrebbero potuto far cambiare e sostenere la società in crisi. Quali sono stati gli autori privilegiati? Da grecista ho puntato su Omero, Tucidide, Aristofane, Luciano e, tra i filosofi, su Platone ed Aristotele. Classici contro sottende l'idea che da lontano rappresentano uno sguardo critico e possono divenire per noi uno strumento, che aiuta a rivelare cosa funziona e quello che non va, anche nel presente.

Ma la società greca era una realtà ideale?

No, la democrazia ateniese fu sicuramente un esperimento originale, ma con tanti limiti, abbastanza simili a quelli che viviamo oggi, come i problemi della comunicazione, della demagogia, della corruzione. In definitiva i classici sono il paradigma dei problemi che viviamo, sono il nostro pensiero all'inizio. Tanto per esemplificare leggendo anche oggi l'Odissea, ci si rende conto che, quando viaggiamo, abbiamo gli stessi problemi di Ulisse.

Mi pare che sia stata una scommessa l'aver puntato sui rapporti tra università e le scuole superiori...

Tutti questi progetti nascono in sintonia con le scuole. Ci siamo resi conto che non poteva esserci contrapposizione tra licei e le università: la scuola oggi è il fronte della cultura, è il luogo dove nasce nelle città e quindi abbiamo affinato il modo di rapportarsi tra le due realtà. L'assetto molto forte dell'Università, la forza e la potenza delle ricerche devono trovare applicazione concreta nel territorio e, quindi, devono sostenere e dare forza a tutte le scuole. Se porti la ricerca con umiltà, senza altezzosità, uscendo dalla torre d'avorio, immediatamente nasce una collaborazione fattiva. Lavorando sulle cose, nella realtà, adottando modalità diverse. Questo mettersi in gioco, questa dimensione, con la totale libertà e apertura, è frutto anche degli stimoli ricevuti dalle stesse scuole.

In concreto, come si realizza questo confronto?

Abbiamo deciso di attivare dei laboratori all'interno di 28 licei del Triveneto con caratteristiche che, in qualche modo, rendono complementari i vari interventi . In fondo, alla fin fine, si tratta di un laboratorio collettivo, vastissimo, straordinario. Abbiamo cominciato sempre incontrando i docenti delle scuole e con loro abbiamo affinato le strategie contingenti. In ciascun istituto sono stati creati dei gruppi di lavoro, in cui i singoli studenti leggono ed approfondiscono testi letterari, scientifici, storici, film e ciascuno ha una consegna, un impegno personale. Al termine del periodo stabilito, ognuno di loro, insieme ai docenti organizzano incontri seminariali, che non si svolgono all'interno e nelle aule delle scuole, ma sono aperti, d'intesa con le istituzioni, nei luoghi più belli delle città. Ciascun ragazzo rende nota la sua relazione e la sua riflessione. Si tratta quindi di contributi offerti ai propri compagni, ai genitori e ai cittadini. Insomma è la scuola, che entra nella città, che porta il lavoro della scuola, una realtà spesso marginale e tenuta in disparte, diventa il cuore pulsante di una città. Non dimentichiamoci che il termine greco "scholè" significava tempo libero, ossia senza la preoccupazione della produzione, per costruire il pensiero e la formazione dei cittadini. Da questi confronti sono nate le tante idee che hanno cambiato e continuano a cambiare il mondo.

Ma per l'anno in corso sono previsti riflessioni e ragionamenti sulla grande guerra, come evoca il titolo: teatri di guerra.

Rifacendomi alla recente pubblicazione di Rumiz, " Come cavalli che dormono in piedi", bisogna stare molto attenti, quando si parla di guerra e, soprattutto, della prima guerra mondiale. Non ci può essere semplicemente la commemorazione. Rispetto a 30/40 anni fa, oggi è più difficile ragionare sulla guerra: nella coscienza collettiva si tende a rimuoverla, perché non ci sono più i ricordi dei padri e dei nonni, i ragazzi del '99 e, quindi, si vive con un certo distacco. Oggi in Europa si va maturando l'idea che non possiamo non pensare, che non possiamo non ricordare e non studiare quel passato. La guerra, come abbiamo visto recentemente in Ucraina, può scoppiare in men che non si dica e si può rimanere paralizzati.

In questo programma ricchissimo, quando sono programmati gli incontri in provincia di Treviso?

In collaborazione con i licei classici, il calendario prevede giovedì 26 marzo a Treviso al Teatro Comunale Mario Del Monaco; il 27 marzo a Conegliano al Teatro Accademia in mattinata; nel pomeriggio a Montebelluna al Teatro di Villa Pisani a Biadene di Montebelluna; infine sabato 28 marzo a Vittorio Veneto al Teatro Lorenzo Da Ponte.

Per ulteriori informazioni ecco il link ufficiale dei Classici Contro http://www.unive.it/classicicontro

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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