TREVISO - Un discorso bello nella “forma” ma non esaustivo nella “sostanza”. Si potrebbe riassumere così il giudizio del Forum delle Associazioni familiari e del Centro della famiglia sul discorso programmatico di Draghi al Senato: “Un appello che trova il sostegno delle famiglie e che riflette ciò che proprio le famiglie hanno chiesto e continuano a chiedere, come assoluta priorità, alla politica e alla società civile per poter guardare con più fiducia al futuro”. È piaciuto poi il richiamo all’unità e alla responsabilità, verso il presente e verso il futuro.

Assicura Adriano Bordignon, direttore del Cento della famiglia di Treviso: “È infatti ineludibile un’azione di Governo che sappia fare le riforme ma affronti al contempo anche l’emergenza. E se i nodo da sciogliere resta lo strumento cardine del Piano di Resilienza, è pur vero che nella visione di progresso e crescita per il Paese vadano considerati sia i fattori economici sia gli sforzi tesi a instaurare una mutua fiducia tra istituzioni e cittadini, nonché uno spirito di condivisione intergenerazionale di valori e di speranze”. Occhi puntati ora sui 209 miliardi del Recovery Fund che andranno investiti nei prossimi anni su sostenibilità, innovazione e generatività sociale: “Appare rilevante la sottolineatura su alcuni asset strategici del Next Generation Eu che si riferiscono a giovani e donne, considerato il grave ritardo dell’Italia nella parità salariale e nell’accesso agli incarichi apicali nelle imprese e nella Pubblica amministrazione”.

Perplessità e riserve non vengono lesinate invece sulla condizione giovanile: “Sorprende che non sia stato espressamente nominato un Piano Nazionale per la Natalità. I dati Istat presentati a dicembre certificano la diminuzione dei residenti in Italia – scesi sotto la soglia psicologica dei 60 milioni – con un tasso di natalità che al calo costante degli ultimi dieci anni ha aggiunto un ulteriore -4.5%. In sintesi, oggi in Italia ci sono 5 anziani per ogni bambino - spiega sempre Bordignon. Per il quale il dato è a dir poco spaventoso, se osservato sul piano della sostenibilità del nostro sistema di welfare e delle politiche sociali, e che dovrà essere necessariamente corretto se vogliamo evitare un crollo dei consumi, del sistema pensionistico e del Sistema Sanitario Nazionale.

Molti gli interrogativi che rimangono aperti: quali le ricadute positive sulle giovani famiglie e sulle future generazioni chiamate a sanare il gravoso debito? “In una progettualità senza un Piano Natalità, le scuole si svuoteranno, e dunque a cosa servirà potenziare la didattica e l’aumento dei posti negli asilo nido? “Siamo il Paese più vecchio al mondo. Senza un vigoroso rilancio delle nascite salterà, del tutto, la sostenibilità intergenerazionale. I pochi giovani che resteranno in Italia (molti già stanno fuggendo) saranno schiacciati dalla piramide demografica rovesciata che si sta creando. Saremo sempre più lanciati ad essere un Paese sempre più vecchio, rassegnato e stanco. Di quale Next Generation stiamo parlando?”