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28 marzo 2024

Treviso

Cinque anni senza Giulio Regeni, da Treviso l'appello per "proseguire nella ricerca della verità"

Anche da Silea arriva la richiesta di "Verita' per Giulio Regeni"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

striscione Verita per Giulio

Lo striscione "Verita per Giulio" esposto nella facciata del municipio di Silea

TREVISO - Sono trascorsi cinque anni dalla scomparsa di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano dell’Università di Cambridge di cui non si ebbero più notizie dal 25 gennaio 2016 mentre si trovava al Cairo, in Egitto. Il suo corpo torturato e senza vita fu ritrovato pochi giorni dopo vicino alla capitale egiziana. Anni di silenzi assordanti da parte dell'Egitto. Cinque anni in cui la verità sull'assassinio del ricercatore friulano non è ancora venuta a galla, nonostante il lavoro della magistratura italiana. L’uccisione di Giulio Regeni ha dato vita a un acceso dibattito politico sul coinvolgimento nella vicenda e nei depistaggi successivi, del governo egiziano. Ad oggi non sono ancora stati individuati i resposabili.

Proprio per chiedere “giustizia” e “verità”, a febbraio 2016 Amnesty International ha lanciato la campagna “Verità per Giulio Regeni” con l’esposizione di striscioni gialli in tanti comuni italiani, università e altri luoghi di coltura. Ieri anche il comune di Silea ha chiesto “Verità per Giulio Regeni” ed ha appeso lo striscione giallo sulla facciata del municipio.

A Treviso, invece, il sindaco Mario Conte, a nome della giunta e del consiglio comunale, ha lanciato un appello attraverso una missiva al Ministero degli Esteri affinché si continui a vigilare sull’accertamento della responsabilità sulla morte del ricercatore universitario. “Anche se la Procura di Roma ha da poco concluso le indagini chiedendo il rinvio a giudizio per quattro presunti responsabili si fa appello affinché prosegua l’attività di sollecitazione delle autorità egiziane che, sino ad ora, non hanno fornito adeguate risposte”, le parole del sindaco. “È necessario che, dal Cairo, vengano fornite risposte sollecite e assicurata un’attiva collaborazione per la ricostruzione dei fatti e l’identificazione dei responsabili”. “Ci uniamo al dolore e al desiderio di verità della famiglia che ha perso tragicamente un figlio”.

 


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Isabella Loschi

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