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25 aprile 2024

Castelfranco

"Cerimonia dello spadino" per Umberto Rocci di Cavaso del Tomba

Tradizionale rito per ogni allievo della Marina Militare

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Umberto Rocci con Don Giuseppe Francescon

POSSAGNO - Sembra una storia d'altri tempi e a raccontarla è Giancarlo Cunial, professore dell'istituto Cavanis di Possagno, testimone della cerimonia dello spadino di un suo ex allievo. A chiedere la benedizione dello spadino è l'ex allievo Umberto Rocci, di Cavaso del Tomba, oggi iscritto alla prestigiosa Scuola Navale Militare "Francesco Morosini" di Vanezia, scuola per ufficiali della Marina Militare, dove sta completando la Terza Liceo Classico. Per antica tradizione l’Allievo di Marina che ha deciso di mettere il suo futuro a servizio della Patria, chiede al proprio parroco o ad un altro ecclesiastico per lui importante, di benedire lo spadino.

Lo "spadino" viene consegnato “dall’anziano” del secondo anno al compagno del primo anno, seguendo delle procedure e dei codici ben precisi, tra i quali anche quello di non sguainare lo spadino prima della benedizione solenne. Ecco perché la cerimonia religiosa di investitura riveste una grandissima importanza. Questo simbolo suggella la completezza dello stato giuridico e dell’uniforme storica dell’allievo, custodendo valori fondanti come onore, dignità, fedeltà, audacia, volontà, lealtà, e coraggio che ogni cadetto deve rispettare. 

Da sempre lo spadino è l'elemento che contraddistingue i Cadetti sia delle Accademie che delle Scuole Militari e trae la sua origine dalla tradizione marinara: un'arma corta, oggi poco più che un pugnale, usata dai giovani ufficiali che a bordo delle unità navali, non potevano girare con le lunghe sciabole tipiche della fanteria. Il protocollo vuole che prima venga letta la Preghiera del Marinaio, scritta dal poeta Antonio Fogazzaro nel lontano 1901, e poi si proceda benedicendo lo spadino e salutando il futuro militare con il classico "buffetto di correzione". 

La cerimonia per Umberto, si è svolta lo scorso 30 dicembre, presso la Casa Sacro Cuore dei Padri Cavanis, alla presenza di Don Giuseppe Francescon, a cui il giovane è molto legato. "Sono tante le storie che passano di qui" conclude Cunial "tanti sono i ragazzi che hanno studiato qui e che poi prendono le strade del mondo: è la nostra missione.La strada che ha scelto Umberto è impegnativa, inusuale, ma parlare di una scelta basata sull'impegno e il sacrificio, in queste ore in cui siamo col fiato sospeso sulla tenuta della democrazia occidentale, significa anche dire che i giovani come Umberto, sono la forza per un futuro di valori, contro l'incoscienza, la violenza, il vuoto."

 


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Maria Elena Tonin

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