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20 aprile 2024

Treviso

Ceneri di via del carmine: forse la svolta dopo ventiquattro anni

Il futuro della discarica

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

Ceneri di via del carmine: forse la svolta dopo ventiquattro anni

CASALE SUL SILE-Una storia lunga ventiquattro anni, una storia fatta di burocrazie, fallimenti, cattive scelte gestionali ma anche amministrative: insomma l’ennesimo caso “all’italiana”. Parliamo della discarica di Conscio di Casale Sul Sile, non della nota Co.Ve.Ri., sulle cui vicende vi sarebbero pure da scrivere monografie, ma di quella in via del Carmine, una di quelle belle strade di campagna della nostra terra, circondate da campi di mais, solo che qui, oltre alle pannocchie, c’è un’area abbandonata da anni e recintata che contiene quantità oltremodo elevate di ceneri.


Tonnellate di ceneri, provenienti dall’inceneritore di Trieste a seguito del trattamento di rifiuti urbani. Lo stoccaggio non avrebbe dovuto superare i 5000 metri cubi ma così (decisamente) non fu e il sito fu sottoposto a sequestro dalla Guardia di Finanza nel 2002 e, con esso, cessarono anche i conferimenti. Nel 2003 la Provincia di Treviso chiede la messa in sicurezza di emergenza dei rifiuti. Segue nel 2004 il fallimento della Dinamica Costruzioni e Servizi snc, la società che all’epoca gestiva il deposito. Da allora ad oggi solo battaglie legali e richiesta da parte degli enti locali di un Piano di Caratterizzazione. Nel frattempo, con l’assoluzione degli imputati cessano gli effetti del sequestro e la società subentrante, la CRC srl dimostra la non tossicità delle ceneri, ma dovrà rimuoverle comunque, giacché esse sono solo parzialmente coperte, e quindi soggette alle intemperie ed al conseguente rischio di recare danno alla salubrità del territorio per dispersione. Inutile sottolineare come quel rifiuto permanga tuttora in loco.


Da alcuni mesi la svolta: la CRC intende realizzare su quell’area un impianto che, mediante il trattamento delle ceneri, generi dei fanghi che, opportunamente processati conducano alla produzione di biogas e quindi di energia elettrica. I residui sarebbero mescolati con truccioli lignei per la produzione di compost.


Sul punto si registra l’aspro dissenso dei residenti, timorosi delle immissioni di cattivi odori generate dalla fermentazione dei fanghi.


Va detto che l’attuale disciplina regionale impedirà per almeno due anni di realizzare un simile impianto di smaltimento nell’area del Parco del Sile.


Giovedì 31 luglio il sindaco Giuliato, mantenendo l’impegno in fatto di partecipazione sui temi di interesse diffuso attraverso serate tematiche, ha inteso incontrare la cittadinanza al fine di rendere noti i risultati (egregi) del gruppo di lavoro di tecnici e cittadini che hanno ricostruito le vicende e studiato la situazione e prospettare due possibilità, subordinate comunque ad una nuova caratterizzazione più approfondita e non di parte del costo di circa 50.000€: acconsentire alla realizzazione dell’impianto (ipotesi particolarmente osteggiata dal Partito Democratico che, presente con il gruppo di minoranza e l’ex sindaco Bruna Battaglion, evidenzia i rischi ambientali e l’inidoneità del sito o non intervenire, lasciando l’area nelle attuali condizioni. Quest’ultima scelta patirebbe il problema di non essere in alcun modo risolutiva e, se ulteriori analisi dovessero sciaguratamente rivelare il peggio, si rivelerebbe poco praticabile salvo l’estendersi della superficie inquinata. 


Alcuni dubbi si riferiscono anche alla presenza del Bigonzo, breve corso d’acqua che è a monte del sito in esame, che si immette nel Sile e che è  particolarmente soggetto ad esondazioni, dato non da trascurare.


Non è chiaro cosa possa esserci sotto lo strato superficiale delle ceneri, né se alcune sostanze possano aver intaccato la falda, le coltivazioni limitrofe o la salubrità stessa dell’aria. Se la caratterizzazione offrirà il dato di un territorio compromesso, si procederà anzitutto a immediata bonifica.


Giuliato, infatti, insiste su un punto: “Prima si bonifica e poi si realizza, solo eventualmente, il progetto”, se ce ne saranno le condizioni e la volontà politica. Non si esclude, a seguito dei controlli, persino l’isolamento dell’area.


 


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Davide Bellacicco

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