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18 aprile 2024

Treviso

CAVE, L’IDV CONTRO CAVATORI E REGIONE

Zanoni e il consigliere regionale Marotta chiedono di poter approvare quanto prima un Piano Cave finora mai giunto in Consiglio regionale

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

CAVE, L’IDV CONTRO CAVATORI E REGIONE

TREVISO/VENEZIA - La Giunta Zaia tramite un emendamento alla finanziaria 2011 avrebbe voluto liberalizzare l’attività dei cavatori. Ma grazie al deciso intervento dell’opposizione, e in particolare del consigliere regionale di Italia dei Valori, Gennaro Marotta, la Giunta e il consigliere del PdL Conta hanno ritirato due emendamenti alla finanziaria che, se approvati, avrebbero stravolto l’attuale legge sulle cave, timore degli ambientalisti trevigiani e non solo, e dell’Italia dei Valori, era che la Giunta Zaia voleva tentare di stravolgere l’attuale legge sulle cave, la n.44 del 1982.

“Il tutto con l’evidente obbiettivo - sottolinea Andrea Zanoni, (nella foto) presidente di Paeseambiente - di eliminare gli ultimi paletti che regolano l’attività di cava in Veneto ma che danno tanto fastidio alla lobby dei cavatori”. Se fosse andato in porto l’emendamento, Zanoni, che da oltre vent’anni si batte per la tutela del territorio, afferma che sarebbe stata prevista la cancellazione del limite del 3% di superficie escavabile in ogni comune e l’eliminazione del parere obbligatorio e vincolante delle province.

L’emendamento prevedeva deroghe a ben tre leggi regionali sull’attività di cava, con riferimento alle province di Treviso, Vicenza e Verona; in particolare potranno essere autorizzate attività di cava in deroga agli articoli 13 e 44 della legge quadro n.44/1982, all’articolo n.34 comma 2 della legge n.5/2000 e al comma 1 dell’articolo articolo 24 della legge n.1/2004. Tutto questo avrebbe eliminato l’importante disposizione della Legge regionale 44 del 1982 che prevede che in un singolo comune non si può scavare oltre il tre per cento della superficie agricola comunale. Tradotto significa che si sarebbe venuto a liberalizzare l’attività di cava anche in quei comuni dove il territorio agricolo è già stato scavato abbondantemente e addirittura in quei comuni dove questa percentuale è arrivata (grazie alle escavazioni precedenti all’entrata in vigore della L.R.44/1982) ben al di sopra del 3%, come nel caso del comune di Paese, in provincia di Treviso, dove si supera il 13%.

Verrebbe, poi, eliminata la disposizione che prevede che l’autorizzazione di nuove cave o di ampliamenti delle stesse deve essere oggetto di un parere “obbligatorio e vincolante” della Ctpac Commissione tecnica provinciale per le attività di cava e così facendo la Regione riuscirebbe ad accentra a sé il potere decisionale spogliando le Province di questo importante ruolo di governo locale del territorio, si tratta di una norma evidentemente anti federalista. “Il titolo dell’emendamento – ha detto l’ambientalista Zanoni, esponente del coordinamento provinciale dell’IdV e capogruppo in consiglio comunale a Paese del partito, rappresenta poi il massimo dell’ipocrisia perché parlava di addirittura “Provvedimenti finalizzati al miglioramento ambientale” quando invece si tratta di far scavare di più e senza il parere delle Province.

Dopo la caccia in deroga ora sarebbe toccato alla cava in deroga, senza l’interessamento dei nostri esponenti in Regione. Questo metodo di procedere attraverso un emendamento alla finanziaria è condannabile perché vìola tutte quelle norme procedurali che prevedono, prima della votazione di una legge, l’esame nelle commissioni consiliari competenti per materia e il coinvolgimento delle parti interessate come i comuni, le province, le associazioni di tutela ambientale, i cittadini.

La Regione – conclude Zanoni - invece di pensare di approvare la legge sulla “cava in deroga”, inserendola alla chetichella nella finanziaria, porti il Piano Cave in Consiglio regionale e approvi una nuova legge da sottoporre a tutti gli enti e categorie interessate.” “Nell’intento di scongiurare la demolizione della legge sulle cave, abbiamo presentato alcuni sub-emendamenti migliorativi, che hanno fatto desistere dalla volontà di deregulation sia Giunta che PdL. Preso atto della nostra posizione – conclude il consigliere regionale Marotta – il centrodestra ha trasformato le loro proposte in un ordine del giorno votato questa mattina anche da Italia dei Valori, affinché si arrivi effettivamente a discutere e poi approvare un Piano Cave finora mai arrivato in aula”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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