CASTELFRANCO - L’istituzione della tanto sospirata zona gialla porta con sé anche la ripartenza del settore culturale, fondamentale nel rendere vivace una città ricca di storia e cultura come Castelfranco.

Grazie alle nuove disposizioni, riaprirà al pubblico il Museo Casa Giorgione, che aveva visto a febbraio l’inaugurazione della mostra “Contagio. Le carte della peste e la pandemia”, chiusa dopo solo tre settimane. È prevista l’estensione degli orari di apertura anche al fine settimana su prenotazione, con possibilità di visite serali, visite guidate per piccoli gruppi e una ripresa anche delle attività per le scuole, che comunque erano continuate in modalità telematica anche durante la chiusura.

Rimarrà invece ancora online il prossimo appuntamento della rassegna “Dialoghi sulla peste e la pandemia”, il ciclo di incontri di approfondimento legato a tematiche inerenti la mostra. Giovedì 29 aprile sarà il turno del filosofo Sergio Givone, professore emerito dell’Università di Firenze, che parlerà di “Metafisica della peste”, un racconto lungo i secoli attraverso le parole e i pensieri di chi si è fermato a scrivere e a riflettere sulla peste, come Lucrezio, Boccaccio, Edgard A. Poe. L’evento si svolgerà dalle ore 20.45 in diretta streaming sul canale Youtube Biblioteca Museo Archivio, sebbene il direttore del museo Matteo Melchiorre auspichi un ritorno in presenza anche di questa rassegna.

A pochi passi dal museo, il Teatro Accademico riprenderà la sua attività con la mostra fotografica “Motus animi continuus” di Daniele Macca. L’esposizione, suddivisa in tre sezioni (“Venetia”, “Effigies”, “Architecture”) rimarrà ospitata fino al 9 maggio nella galleria del teatro.

Infine, anche il Parco Bolasco riaprirà i cancelli a turisti e castellani, desiderosi di poter passeggiare sugli oltre otto ettari di verde nel cuore di Castelfranco, in un giardino all’inglese ricco di piante, alberi e architetture eclettiche, il tutto arricchito dall’elemento acquatico. L’apertura del parco è prevista dal fine settimana dell’8 e 9 maggio (accesso su prenotazione) e segue di pochi quella dell’Orto Botanico di Padova, anch’esso gestito dall’Università patavina.