A Castelfranco i disegni dei bambini sulla pace diventano una mostra diffusa
Nato dall'impegno del Comitato per la Pace nell'educazione al rispetto verso gli altri, l'iniziativa ha visto coinvolti gli alunni dei due istituti comprensivi cittadini.
CASTELFRANCO – “Maestra, ma perché i grandi fanno la guerra?”. Le immagini che incessantemente vengono trasmesse dalle televisioni riguardo il conflitto in Ucraina, colpiscono profondamente gli spettatori più piccoli. I bambini vogliono capire, non accettano mezze verità e allora, per non eludere la domanda e aiutarli a non subire passivamente immagini, discorsi ed eventi che in questi giorni portano la guerra nelle case, è necessario spiegare loro che fare la guerra o fare la pace è sempre frutto di una scelta. È doveroso insegnare loro che per coltivare la pace bisogna, innanzitutto, abituarsi al rispetto, all’ascolto e alla cura dell’altro.
Per questo, nelle due settimane di presidio in piazza Giorgione, il Comitato per la Pace di Castelfranco Veneto ha svolto un’azione di riferimento, informazione e sensibilizzazione sul dramma del conflitto ucraino e sull’urgenza di far tacere le armi per dare voce alla politica, alla diplomazia, alla cooperazione internazionale, alla solidarietà e alla tutela dei diritti umani. Un’iniziativa che ha avuto come pubblico privilegiato proprio i giovani e i bambini, coinvolgendo nel progetto studenti e insegnanti di ogni ordine e grado.
Grazie alla sensibilità delle presidi e dei docenti, gli alunni dei due istituti comprensivi cittadini hanno efficacemente affidato alla loro libera creatività le proprie emozioni, i propri sentimenti, le proprie domande e risposte su quello che sta succedendo in Ucraina. Il Comitato per la Pace ha raccolto disegni, bandiere arcobaleno, riproduzioni dell’art. 11 della Costituzione, cartoline rivolte ai Capi di Stato, allestendo una sorta di “mostra diffusa” che da sabato 2 aprile sarà ospitata nelle vetrine delle librerie e di alcuni negozi dentro e attorno al castello. Un invito agli adulti per comprende e riflettere riguardo in quale mondo vorrebbero vivere i bambini e quale futuro stiamo invece preparando loro.