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28 marzo 2024

Castelfranco

A Castelfranco è andato in scena il melodioso “grido d’aiuto” delle partite Iva dello spettacolo

Il soprano Francesca Dotto e l'attrice Ivana Monti testimonial del disagio del settore, al concerto del Conservatorio Steffani

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Francesca Dotto, Ivana Monti, Conservatorio Steffani, partite Iva dello spettacolo

CASTELFRANCO – Una serata davvero indimenticabile sotto diversi punti di vista, quella di ieri nel giardino di Villa Barbarella, sede storica del Conservatorio Steffani, ateneo della musica per le province di Treviso e Belluno. Il concerto lirico sinfonico dell’Orchestra sinfonica del Conservatorio diretta dal maestro Roberto Zarpellon ha messo in luce il talento e la passione dei giovani allievi dello Steffani, che hanno saputo conquistare il pubblico con la loro esibizione. Meritevole di menzione la partecipazione del mezzosoprano Silvia Alice Zanolla e del baritono Nicola Zambon: due voci degne di nota che lasciano presagire un futuro davvero lusinghiero.

Ma se la bravura di orchestrali e cantanti ha regalato momenti di entusiasmo al pubblico va detto che quanto raccontato, tra l’altro con grande verve ed empatia, dalle testimonial della serata è stato motivo di riflessione. Il Covid ha letteralmente messo in ginocchio il settore dello spettacolo. Ma ecco i numeri della crisi: un calo del fatturato del 97% rispetto allo scorso anno, uno scenario di crisi che durerà almeno fino a maggio 2021, 327.000 (dati Inps) professionisti che ad oggi non hanno alcun inquadramento, con il 27% di loro che ha dovuto lasciare, forse per sempre, il settore della musica.

Opportuno precisare che: «In Veneto ci sono 100mila figure professionali dello spettacolo e lo spettacolo rappresenta il 5,3% del Pil regionale – come ha spiegato la brava Elena Filini, presentando la serata - A febbraio 2021 è stato Depositato in Senato e alla Camera da Verducci e Orfini un disegno di legge per lo “Statuto sociale dei lavori nel settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative” che protegge con un reddito di discontinuità i lavoratori intermittenti dell’industria culturale».

A raccontare la sua esperienza personale l'attrice Ivana Monti, signora del teatro italiano, interprete impareggiabile che nel corso della sua carriera ha collezionato innumerevoli successi misurandosi non solo sul palcoscenico ma anche in televisione e al cinema. «Da quasi due anni non lavoriamo, ciò nonostante, continuiamo a provare, anche via Zoom con i colleghi, sperando di portare in scena il nostro lavoro. Ho visto cancellati spettacoli in cui avevamo messo impegno e lavoro ma qualcosina abbiamo anche messo in scena, se pur per pochi giorni… il teatro come la musica sono una pane necessario per vivere che se ci verrà a mancare ci renderà più poveri».

Francesca Dotto, soprano di fama internazionale nonché ex allieva dello Steffani ha raccontato la desolazione nel mondo della musica. L’artista doveva inaugurare il restaurato teatro di Bergamo: «Dopo delle prove faticosissime, con mascherine ffp2 –e vi assicuro che cantare con la mascherina non è piacevole- super controllati affinché mantenessimo le distanze, con constanti controlli della temperatura: siamo dovuti andare in scena in un teatro vuoto senza pubblico. È stato come aver fame e trovarsi davanti un piatto vuoto». Quanto agli aiuti giunti dalle istituzioni: «Si, qualcosa è arrivato ma se quando devi pagare le tasse ti viene dato 1 e ti chiedono 10 è chiaro che la situazione non è facile”.

Insomma, uno scenario davvero scoraggiante ma a dare un po’ di positività e speranza durante la serata ci ha pensato Stefano Canazza, direttore del Conservatorio fornendo dei dati incoraggianti che fanno ben sperare in un futuro più roseo. «Malgrado le difficoltà del momento le iscrizioni al Conservatorio Steffani sono in crescita»: ha dichiarato Canazza, ricordando che l’ateneo della musica conta già ben 500 studenti (di cui il 20% proveniente dall'estero), 100 docenti (il 10% risiede nelle maggiori capitali europee) ma soprattutto che anche durante la pandemia ha dimostrato di riuscire ad organizzare la didattica on line per il 90% degli insegnamenti, mantenendo le stagioni concertistiche in streaming. Gli elementi incoraggianti, quindi, non mancano e chissà che superata quest’emergenza sanitaria si possa tornare presto ad ascoltare tante buona musica del vivo.

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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