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28 marzo 2024

Castelfranco

Castelcucco festeggia i primi 30 anni della cooperativa Vallorgana

Oggi la cooperativa Vallorgana è certificata e da lavoro a 25 persone disabiili

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Visita alla Cooperativa Vallorgana

CASTELCUCCO- "La nostra casa sarà ancora piu bella": difficile sintetizzare in poche righe cosa sono stati per il territorio i primi 30 anni della cooperativa Vallorgana, centro di lavoro guidato di Castelcucco, e allora guardiamo avanti con le parole del presidente della Cooperativa Vallorgana, Alberto Mascotto, gli operatori e le aziende del territorio che hanno creduto fin dall'inizio in questo progetto e che hanno presentato ieri, nella sede della Cooperativa in via sant'Antonio, il nuovo progetto di ampliamento: nuovi spazi e una nuova riorganizzazione delle attività, che premetteranno alla Cooperativa, inaugurata il 21 settembre del 1991 da Mons. Onisto di Asolo e dall'allora sindaco di Castelcucco, Dario Schievenin, di pianificare i prossimi cento anni di vita. Tanto infatti potrebbe durare la convenzione con il comune di Castelcucco, che a sua volta, pur rimanendo proprietario dell'area, si è impegnato con la Cooperativa per 50mila euro di crediti edilizi. In tutto, un progetto da 600mila euro. "L'isola che c'è", sottolinea Marco Mauro Schiavo, architetto e paesaggista, curatore del progetto "abbiamo un riscontro di generosità a partire dai professionisti, che ci commuove."

Oggi la cooperativa Vallorgana è certificata e da lavoro a 25 persone disabiili, ma ha in cantiere vari progetti, a cui a cui chiedono di accedere anche persone non in convenzione con l'azienda sanitaria e persone  non residenti nel territorio.Molti di questi nuovi progetti, riguardano il "dopo di noi."

Accorato l'intervento fuori programma del dottor Diego Tramontana: palpabile l'emozione dei presenti. "Anche se si riesce a creare il clima di serenità che tutti riconoscono alla cooperativa, non è facile. Lasciatemelo dire da genitore" spiega Tramontana "Da genitore, un conto è ragionare in salotto, un conto è viverele, queste cose."  La cooperativa Vallorgana realtà nata "dalla forza che ha emanato Diego" e delle persone come Anna Zaniol che hanno fortemente creduto in quello che da più parti è stato definito "un sogno". Una realtà che si è mostrata negli anni anche un progetto economicamente saldo e sostenibile, intercettando la generosità di molte persone: "Abbiamo chiesto 1 a tanti, e non cento ad uno solo, questa è stata la nostra filosofia" ha raccontato Tramontana, con progetti di inclusione che hanno coinvolto contemporaneamente anche 70 bambini delle scuole o relazioni con il mondo delle aziende che ha permesso di alla cooperativa di lavorare anche nel Lockdown.

Il dottor Diego Tramontana, fondatore della cooperativa Vallorgana

La realizzazione della persona passa attraverso il lavoro: "Ognuno ha diritto ad essere un cittadino nel proprio contesto di vita, diventare adulto e realizzarsi" spiega Emanuela Tedesco, responsabile educativa. Un modello di lavoro che forse ha qualcosa da insegnare anche al mondo "normale": lo stesso personale della cooperativa ha un basso tasso di assenteismo, malattia compresa e un basso turnover. Qui si azzarda e si dà concretezza ad concetto che difficilmente si associa al mondo del lavoro: la felicità. "La nostra è stata ed è una scelta di campo: le persone sono la nostra ricchezza," ha spiegato Cesare Casagrande, aministratore delegato di Virosac, una delle aziende del territorio che dà lavoro alla cooperativa "investire sui valori, da anche un riscontro economico, se no, ovviamente, non lo faremo. Esprimere se stessi ed essere felici produce ricchezza ed è una dimensione "volano" di una qualsiasi realtà economica. Siamo leader perchè abbiamo delle persone con noi. Non dico nulla di nuovo. Lo sapevano già Pietro Verri e Antonio Genovesi, nel '400: la nostra società ha fatto un passo indietro, riconducendo tutto alla dimensione individuale e non più collettiva."

Una scommessa del territorio e dell'allora Uls 8 di Asolo, partendo da quello che era un "rustico fatiscente" e una scommessa vincente che, ha sottolineato il sindaco di Pieve del grappa Annalisa Rampin "La realtà dell'allora Uls 8 di Asolo, era una realtà peculiare, capace di fare rete:. Eravamo il terzo centro che partiva, ma abbiamo insegnato agli altri e dobbiamo essere orgogliosi di questo e anche difendere ciò che abbiamo. Per i cittadini e per la politica, oggi è un dovere chiedere fondi per il "dopo di noi". Bellissimo sentire "i nostri ragazzi", ma non sono solo i nostri ragazzi: sono adulti e sono i ragazzi del mondo. E' difficile per tutti abbandonare il nido, tanto più lo è per persone che devono essere più accompagnate di altre, ma questa è la strada da percorrere insieme."

 


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Maria Elena Tonin

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