TREVISO - Dalla direzione della North East Services partiva la richiesta di un prelievo di un accerta somma di denaro dal caveau si Silea, il responsabile della Sala Conte, Massimo Schiavon, ricevuto l'ordine dal capo , eseguiva il compito: incaricava un addetto di prelevare dal caveau la somma indicata portandola in Sala Conte, qui Schiavon riceveva il denaro, contabilizzava il tutto firmando la ricevuta e registrando sul computer l'avvenuto prelievo, metteva i soldi in una busta e li consegnava a Luigi Compiano nella sede della Nes di via Roma. Qui Compiano ritirava il denaro e consegnava l'assegno che fungeva da ricognizione di debito, che Schivon sistemava nel caveau.

Questo in sostanza il semplice meccanismo con cui sarebbero stati portati via materialmente dal caveau di Silea i 38 milioni di euro. Questo è quanto ha raccontato Schiavon sentito agli inquirenti per due ore venerdì scorso. L'uomo, indagato insieme a Compiano per appropriazione indebita aggravata ha spiegato al sostituto procuratore il suo ruolo all'interno della Nes e quello che avveniva, in base alle sue conoscenze, all'interno dell'azienda.

Stando alla sua versione dei fatti, che verrà confrontata poi con la versione di Luigi Compiano, Schiavon avrebbe solo eseguito gli ordini dei suoi superiori da normale lavoratore subordinato e non da dirigente, e di conseguenza privo di autonomia decisionale. Ordini che rientravano nell'ambito delle sue mansioni, hanno sottolineato i legali dell'uomo, e che, peraltro, venivano garantiti dalla documentazione con le registrazioni contabili: niente di illecito. Schiavon ha, inoltre, assicurato di non aver mai preso un euro dalla Nes al di fuori del normale stipendio.

Gli inquirenti stanno studiando la documentazione finora sequestrata dalla perquisizioni degli uffici della Nes e dalle abitazioni di Compiano, compresa la documentazione fornita da Schiavon per capire se il buco milionario sia dovuto proprio a questo meccanismo messo in atto da Compiano, in attesa del suo interrogatorio.