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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Caserme, l’aerocampo divide il consiglio

Saracino chiede, ma non ottiene, di togliere la parola commerciale

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Caserme, l’aerocampo divide il consiglio

VITTORIO VENETO – Un atto di indirizzo «possibilista», così lo ha definito il sindaco Roberto Tonon, quello relativo all’attuazione del protocollo di intesa per la valorizzazione dei siti ex militari messo ai voti del consiglio comunale di ieri sera, lunedì. Un atto che darà al Ministero, proprietario degli immobili, ora dei margini di manovra per piazzare sul mercato, con beneficio economico per il comune, ex caserme e palazzi del 1° Fod.

 

La bontà dell’atto è stata sostenuta dall’intera maggioranza – da annotare l’uscita dall’aula al momento del voto del consigliere Alessandro De Bastiani (Pd) -, bocciato da Lega Nord, Forza Italia e Partecipare Vittorio che invece avevano votato l’eliminazione della parola “commerciale” dal deliberato nel punto relativo alla destinazione dell’aerocampo di San Giacomo di Veglia.

 

Per l’aerocampo le manifestazioni di interesse rimangono ancora anonime. «Chi è l’imprenditore?» ha chiesto il consigliere Gianantonio Da Re senza ottenere risposta.

Non si sa chi si sia fatto avanti per gli 80mila metri quadrati di verde dell’ex aerocampo, né quali progetti ci siano, né quanti posti di lavoro potrebbero esserci. Manifestazioni di interesse, ufficiali, protocollate in municipio, a ieri (30 novembre) non ce n’erano. Quelle stesse manifestazioni che avevano fatto maturare la decisione al sindaco Roberto Tonon di rinviare il punto già previsto lo scorso 6 ottobre e che ieri invece è stato votato.

E ancora una volta è stato il futuro urbanistico dell’aerocampo a dividere, tanto da mettere nel deliberato varie possibilità.

 

I tempi. L’atto di indirizzo, hanno annotato in aula i consiglieri di opposizione, è arrivato in consiglio «dopo un anno e 20 giorni dalla sottoscrizione del protocollo». «Dopo tutto questo tempo non siete riusciti a fare delle valutazioni?» l’accusa mossa da Da Re. «Dopo un anno di silenzio – ha aggiunto Paolo Santantonio (FI) – ci presentate un atto in cui si può fare di tutto: non eravate quelli del no cemento? Ci chiedete ora di firmare una sorta di cambiale in bianco». Pure il consigliere De Bastiani ha annotato che l’atto di indirizzo «sarebbe stato meglio farlo prima».

 

Aerocampo destinazione agricola, produttiva e commerciale. «Come maggioranza avevamo maturato come destinazione quella agricola, poi la manifestazione di interesse ha bloccato tutto perché si era prospettato un investimento di un’azienda con centinaia di posti di lavoro. Da quel 6 ottobre sono passati quasi due mesi, ma questi elementi non sono arrivati, non ci sono garanzie. E sull’aerocampo la delibera non dà alcun indirizzo politico: si può fare di tutto. Stralciamo l’aerocampo e votiamo solo per gli altri cinque punti» la proposta di De Bastiani. «Questo è un atto di fiducia» ha annotato Giuseppe Costa.

 

Saracino: via la parola “commerciale”. Matteo Saracino (Partecipare Vittorio) ha proposto un emendamento: eliminare la parola commerciale per l’aerocampo, lasciare solo quelle “agricola” o ”produttiva”. Proposta piaciuta, e votata, dalla Lega Nord e Forza Italia, bocciata dal Pd. «Non chiuderei ogni strada solo perché mi spaventa la parola commerciale» ha consigliato Marco Dus (Pd). «La proposta di Saracino è interessante – il commento di Adriano Botteon -, ma ci sono attività che rientrano nel termine commerciale che non per forza sono centri commerciali, pensiamo ad attività di tipo logistico che possono portare posti di lavoro.

 

«Auspico – la conclusione del sindaco Tonon prima di passare al voto – che questi siti non rimangano dei contenitori vuoti, ma vengano valorizzati nel miglior modo». Ora il sindaco ha il mandato di dare seguito alle variazioni urbanistiche necessarie.

 



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