Case di riposo della Marca senza infermieri: "Stimiamo una mancanza di personale del 30%-40%"
Lavoratori e Cgil in piazza, Casarin: "Servono interventi urgenti, a rischio la chiusura di interi reparti all’interno delle case di riposo”
| Isabella Loschi |
TREVISO - La mancanza di personale infermieristico nelle residenze per anziani in Provincia di Treviso è oramai un problema cronico che avrà un pesante impatto in termini di erogazione dei servizi di assistenza e organizzazione del lavoro.
A lanciare l’allarme sono i lavoratori e il sindacato Funziona Pubblica della Cgil di Treviso che giovedì mattina sono scesi in piazza per chiedere un intervento da parte delle Istituzioni provinciali e regionali.
“Quando i letti delle strutture per anziani torneranno a riempirsi, stimiamo una mancanza di infermieri tra il 30 e il 40% all’intero delle strutture con inevitabili difficoltà a fornire adeguati servizi ai cittadini e il rischio di chiusura di interi nuclei all’interno delle case di riposo”, dichiara Marta Casarin segretaria generale FP Cgil di Treviso.
“La pandemia ha messo in evidenza la carenza di organico nel settore socio-sanitario che noi come organizzazione sindacale denunciamo da almeno due anni. Oggi sono diverse le strutture del territorio trevigiano che rischiano di non riaprire alcuni servizi o reparti a causa dell'impossibilità di garantire il personale minimo previsto”.
“Fino a quando non ci sarà una programmazione regionale seria noi continueremo ad arrancare nella gestione dei servizi”, sottolinea Casarin.
“Siamo scesi in piazza per chiedere alla politica di mettere al centro il problema e trovare subito delle soluzioni condivise partendo da maggiori investimenti nella stabilità del lavoro a garanzia della tenuta del sistema pubblico di assistenza, individuazione di modelli organizzativi rispondenti alle reali esigenze degli anziani del territorio e dei lavoratori che se ne prendono cura implementando la domiciliarità, applicazione di un contratto unico di settore nella filiera della salute che escluda il dumping contrattuale e le divergenze di retribuzione, contribuzione e trattamento tra addetti dello stesso sistema”.