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28 marzo 2024

Treviso

Case di riposo da chiudere per sempre? Si infiamma il dibattito

All'idea lanciata dal fondatore della comunità di Bose, Enzo Bianchi, replica il neo presidente del Gris, Pavan

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Case di riposo da chiudere per sempre? Si infiamma il dibattito

TREVISO - “Abbiamo chiuso le case per malati mentali, abbiamo chiuso gli orfanatrofi: cerchiamo di chiudere presto anche le RSA! Contrastiamo la follia che ci conduce a una vecchiaia artificiale di solitudine e di non vita, impegnandoci a percorrere vie diverse, come in altri Paesi. Altrimenti succederà sempre più ciò che molti vecchi mi hanno confidato: chiedono di non venire più curati e di essere lasciati morire al più presto. Povera umanità!”. Parole che sono macigni. Le ha scritte, con il suo tono ruvido, il priore (ex ormai) di Bose, Enzo Bianchi, su “La Repubblica”.

Giorgio Pavan, direttore dell’Israa di Treviso e neo presidente del Gris di Mogliano, gli risposto ma la replica deve ancora essere pubblicata sul quotidiano fondato da Scalfari. Sui social il dibattito è però ben presto divampato: di questi tempi, con case di riposo anche a Treviso nella morsa del contagio e inibite ai familiari, è del resto comprensibile. Al cellulare il presidente Pavan ancora si rammarica della “spinta ideologica” che si sta cercando di imprimere alla riflessione sulla identità e sulla funzione delle case di riposo; e vorrebbe tanto che si prediligesse quella “ideale”: far vivere bene le persone anziane, offrendo loro tutte le opportunità possibili; perché tante sperano addirittura di andare ad abitare nelle strutture RSA, vedi in Borgo Mazzini a Treviso.

Ma a Enzo Bianchi ripete la domanda alla quale ancora non ha ricevuto alcun cenno di risposta: “Come intende il priore, e non solo lui ma anche tanti intellettuali, risolvere concretamente, il problema delle persone non autosufficienti, fragili, con devastanti problemi cronico degenerativi, desolatamente sole in questa vita o con famiglie sfasciate che non sono in grado nemmeno di badare a sé stesse o con famiglie che vorrebbero occuparsene ma non riescono perché hanno altri mille problemi?” A monte – va da sé - è in gioco il valore che si vuole dare alla vita delle persone anziane e tra queste, a quelle meno fortunate (e proprio ieri l’infelice uscita del presidente della Liguria, Toti, sulla “improduttività” degli anziani, ha rimesso la questione al centro del dibattito). Pavan cita un esempio: “In Danimarca dal 1994 lo Stato ha deciso di eliminare le RSA. Dopo 25 anni i posti letto dedicati a questo servizio è del 4% (sugli ultra65enni) … in Italia, ad oggi, del 3%. La Danimarca, che non è ideologica ma pragmatica, ha visto che le case di riposo sono necessarie e quindi ha fatto le migliori RSA del mondo”.

Ci sarebbe bisogno di un ripensamento – di questo Pavan si dice assolutamente convinto – che qualifichi ulteriormente questo irrinunciabile servizio: “Se potessimo concepire le case di riposo come comunità aperte di vecchi che al posto di vivere soli o abbandonati entrassero a far parte di una comunità dove venir curati dai mali fisici che li affliggono ma anche da quelli sociali, forse qualcosa di buono riusciremmo a fare".

 


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Roberto Grigoletto

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