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19 aprile 2024

Treviso

VIA I CARTELLI ANTI-PROSTITUZIONE

La regione dice no alla tabellonistica contro il sesso...stradale

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Se bastasse un nuovo cartello...

Se bastasse un divieto a scongiurare (o sconfiggere) un problema, il mondo avrebbe più divieti che alberi (e in certi angoli delle nostre città, le cose stanno già è così). Nei mesi scosi in diversi centri della Marca, e prima ancora di altri capoluoghi veneti (Padova, Verona), i sindaci hanno posto ai lati delle strade dei cartelli che recano scritto il divieto di "contrattare prestazioni sessuali".

Tali divieti, più le salatissime multe destinate a chi compra e vende sesso, sembravano aver eliminato il problema. In realtà, l'assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, in un'intervista al Treviso, sostiene che non è affatto così. Il dramma della prostituzione non è stato per nulla cancellato dalla faccia della nostra regione, si è solo spostato. Dove? negli appartamenti e case private dove avvengono l'85% delle prestazioni sessuali a pagamento e dove il problema è più nascosto e meno stanabile di prima. Insomma i divieti di..farlo lì, sulle strade, hanno favorito la rete della prostituzione. E Valdegamberi, Udc, chiede di buttare all'aria i divieti stradali.

Il problema della prostituzione, in Veneto, è stato affrontatao dal 1997 quando è stata creata una rete tra diversi enti amministrativi e le Carits diocesane per aiutare le prostitute che, sopratutto provenendo dall'estero, diventano vittime di magnaccia senza scrupoli. La rete di solidarietà ha spinto finora 6.445 prostitute e trans a rivolgersi ai servizi preposti. Dal 2001 i progetti anti-prostituzione, finanziati dalla regione con 3 milioni di euro, sono stati 70. Ma va a sapere di quanti milioni è il giro d'affari legato a un mercato che non conosce crisi.

Emanuela Da Ros

 

(Foto OggiTreviso)

 


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