Caro energia, le piccole medie imprese trevigiane hanno pagato mezzo miliardo in più nel 2022
La Marca è la terza provincia in Veneto per rincari
| Isabella Loschi |
TREVISO - Il caro bollette di elettricità e gas per le piccole e medie imprese della Marca, nel 2022, è costato ben 494 milioni di euro in più rispetto all’anno prima. La Marca è la terza provincia in Veneto per rincari, preceduta da Padova (+ 498 milioni) e da Vicenza (+ 525 milioni). A fotografare il caro energia è il 22° report “Alle porte del 2023, prospettive e criticità per le imprese”, pubblicato da Confartigianato nazionale.
Entrando più nello specifico della dinamica tendenziale dei prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili (ottobre 2022), il report di Confartigianato prevede aumenti per il Veneto del 122,4%, comunque inferiori alla media nazionale, attestata al 135%. A livello provinciale, l’aumento maggiore è previsto a Vicenza (+ 129,1%), seguita da Padova (+ 125,3%) e da Treviso (+ 123,1%). Ovviamente, il caro energia incide anche sulla dinamica tendenziale dei prezzi al consumo. A Treviso sono previsti aumenti medi dell’11,8%, in linea con la media italiana.
“Segnale preoccupante - evidenzia il presidente di Confartigianato Treviso Oscar Bernardi - è l’andamento del credito alle piccole imprese. Analizzando i dati disponibili fino a giugno 2022, il report rileva in Veneto una diminuzione del 2,8% del credito alle pmi, contro un lieve aumento del credito totale alle imprese. Il contesto mostra una crescita della difficoltà di accesso al credito, che in particolare interessa tre piccole imprese su dieci nel terzo trimestre 2022 e la discesa della domanda di prestiti per investimenti affiancata dalla salita di quella per circolante”.
Dati positivi arrivano dalle previsioni di spesa relative alle festività natalizie. Il report di Confartigianato ha previsto che in Veneto saranno spesi, in prodotti tipici del periodo, 1.921 milioni di euro. Di questi, il 30,6% saranno intercettati da imprese artigiane. L'apprendistato si conferma il canale privilegiato di entrata degli under 30 nel mondo del lavoro. “Permangono tuttavia forti difficoltà nel reperimento di lavoratori - fa notare Oscar Bernardi - Si tratta del 46,4% delle entrate, e si sale a 55,9% per gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine per toccare i valori massimi per le attività connesse a edilizia (62,8%), meccanica e ambito meccanico, legno e moda”.
Il report di Confartigianato ha posto sotto la lente d’ingrandimento anche la politica economica del Governo. “Serve una riduzione della pressione fiscale unita alla riqualificazione della spesa, a politiche attive del lavoro per una transizione demografica, il sostegno degli investimenti per l’efficienza energetica e la transizione digitale. Le imprese crescono e innovano in un ambiente fiscale prudente e non restrittivo”.