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28 marzo 2024

Treviso

Caro bollette e mancanza materiali: mille artigiani in cassa integrazione

Bernardi, presidente Confartigianato "Serve ammortizzatore straordinario a copertura pubblica per il mondo artigiano"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

TREVISO - Il caro energia, la carenza e i ritardi di materie prime costringono molte imprese trevigiane a fare ricorso alla cassa integrazione. A lanciare l’allarme è la Confartigianato Marca Trevigiana che evidenzia come nel primo bimestre dell’anno oltre 200 imprese artigiane trevigiane operanti in tutti i settori del manifatturiero e dei servizi, per garantire oltre 1000 lavoratori dipendenti su un totale di 33 mila, hanno fatto ricorso all’ammortizzatore FSBA, ovvero il fondo di solidarietà bilaterale artigiano, il corrispondente della cassa integrazione.

Ma il timore è che molte altre possano aggiungersi, soprattutto quelle che, operando come terzisti nelle filiere della grande industria che potrebbero risentire delle fermate produttive di settori come acciaierie, cartiere, pastifici come conseguenza diretta della crisi energetica, dell’aumento non controllato del costo del carburante e dei mancati approvvigionamenti  di materie prime.

“Le filiere del manifatturiero sono ad altissimo rischio per il combinato disposto dell’aumento dei costi energetici, delle materie prime e la contrazione degli ordini da parte dei committenti dovuti alla tensione internazionali. Sono coinvolti anche il comparto edile a rischio blocco per mancanza di materiali, i trasporti per il caro gasolio e tutti i servizi alla persona legati ai flussi turistici che sono ben lontani dai dati pre covid”, sottolinea Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.

Per questo motivo Confartigianato ha chiesto al Ministro del lavoro Andrea Orlando che preveda strumenti di tutela del reddito a copertura pubblica per il mondo artigiano, visto che per i medesimi settori industriali sono già stati riconosciuti con il recente Decreto Crisi Ucraina. “La richiesta al Ministero di un ripensamento circa la riapertura di uno strumento a finanziamento pubblico di sostegno al reddito che ampli la durata di Fsba almeno per quei settori maggiormente dipendenti dalla negativa situazione economica, è urgente”, spiega “E’ necessario che venga rifinanziato l’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane prima che gli effetti della guerra si scarichino sulle nostre imprese. Una cassa che sostituisca “cassa-covid” che è stata erogata da Fsba sino a fine 2021”.

“Non dimentichiamoci che accanto a chi dovrà fermare l’attività usando la cassa integrazione straordinaria per guerra ci saranno altre aziende che saranno costrette a evadere gli ordini e per le quali è necessario ottenere detassazione e decontribuzione sul costo delle ore straordinarie, introducendo aliquote forfetizzate al 10%. Si tratta di quelle realtà produttive ad alta specializzazione che non trovano addetti qualificati da assumere e che devono distribuire i picchi di lavoro sul medesimo quadro occupazionale. E’ importante in questo quadro ridurre il costo del lavoro per le aziende e garantire buste paghe ai dipendenti con un maggiore importo netto per fronteggiare anche l’impennata dell’inflazione a beneficio dei consumi interni”.

 



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