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28 marzo 2024

Castelfranco

La Caritas inaugura i nuovi servizi igienici per i poveri, ma in città è scontro sul tavolo per le povertà

Dopo un anno di stop causa Covid, la Caritas fornirà servizi igienici e docce a chi ne avrà bisogno. Gomierato al sindaco: «È necessario un 'tavolo' sempre aperto».

| Leonardo Sernagiotto |

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Mensa dei poveri - Palazzetto dello sport, Castelfranco

CASTELFRANCO - «Sembra che occuparsi di poveri sia un lusso che la politica non possa più permettersi». È il commento di Gad Lerner all’intervento a Rai-Radio 3 di Massimo Fasoli, volontario della Caritas a Castelfranco. La pandemia, le chiusure, i vaccini hanno fatto spesso dimenticare la necessità di aiutare chi ha poco o niente, chi non ha una casa o di che mangiare.

Anche a Castelfranco il Covid-19 non ha fatto che aumentare questa emergenza, come dimostrano i numeri della Caritas, che martedì 27 aprile, dopo una chiusura dettata dalla pandemia durata oltre un anno, potrà riaprire presso il Palazzetto dello sport i servizi igienici e docce alla mensa dei poveri, rinnovati per l’occasione. Nell’ultimo anno, grazie al contribuito della CAMST e al lavoro dei 40 volontari, la Caritas ha fornito circa 5400 pasti, serviti in confezioni ‘da asporto’, per scongiurare contagi. Questi pasti venivano consumati sulle panchine o su sugli scalini, con ogni situazione climatica e in condizioni non dignitose.

L’inaugurazione si inserisce all’interno dell’agone politico, dopo che il sindaco Stefano Marcon ha ribadito come non sia sua intenzione istituire un tavolo permanente sulle nuove povertà, sebbene abbia assicurato il continuo confronto con le associazioni che si occupano di queste problematiche.

In merito a queste dichiarazioni risponde Maria Gomierato, che ricorda come l’attuale Amministrazione sembra disinteressata al problema povertà, nonostante le continue sollecitazioni da parte del gruppo Noi La Civica: «Il territorio chiede, i disagi emergono, le famiglie soffrono e le richieste di aiuto aumentano in maniera significativa. Con questa situazione un Comune deve considerare l’importanza di un raccordo sistematico con i soggetti che sono quotidianamente sul territorio a raccogliere i segnali di disagio».

Maria Gomierato rimarca l’importanza di un tavolo di lavoro comune: «È necessario mettere insieme Comune, associazioni, parrocchie, forze produttive, forze dell’Ordine, scuola, sanità, il tessuto vivo e vitale della società che della società si prende cura. Perché mai come oggi abbiamo capito quanto sia importante “prendersi cura” delle persone: perché certe espressioni come “non lasciare indietro nessuno” non siano frasi fatte ma azioni concrete, solide, umane».

 


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Leonardo Sernagiotto

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