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19 aprile 2024

Treviso

Cari italiani filo Putin che vivete in Russia, per fortuna in Italia diamo voce a tutti

EDITORIALE - I nostri connazionali che sostengono le scelte del Cremlino sono persuasi che nella terra di Putin vada tutto bene

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

arresti in Russia

EDITORIALE – Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina il nostro giornale ha dato voce a molti: ucraini che vivono nella Marca, italiani che lavorano a Mosca e in qualche occasioni anche a dei nostri connazionali palesemente indulgenti con Putin. Ciò per doverosa cronaca ma anche perché è giusto che chi ci legge possa avere la panoramica più ampia possibile d’informazioni, per farsi la propria idea su come stanno le cose. D’altronde, dire ai lettori cosa pensare non è il nostro mestiere: reputiamo che tutti siano sufficientemente dotati di materia grigia, per farlo in autonomia.

Ieri ci è giunto un volantino singolare da Mosca che pubblicizza una manifesta per la pace “ma quella giusta”, come se la pace non fosse semplicemente cessare di combattere. È stato diffuso nei gruppi social usati dagli italiani che vivono in Russia ed è interessante leggere che oltre ad annunciare una manifestazione (domani a Pisa) chiede anche una serie di cose, in parte sorprendenti, in parte che fanno a pugni tra loro: l’uscita dell’Italia dalla Nato, la dimissioni del governo Draghi e nuove elezioni, no al green pass e all’obbligo vaccinale, no alle sanzioni alla Russia, no all’aumento dei carburanti… (ndr, vedi immagine sotto).

Insomma, tanta roba, troppa. Questo per dire che, come in ogni circostanza, ci possono anche essere posizioni estremiste. Ora è chiaro che gli italiani che vivono in Russia non hanno tutti questa visione delle cose e che non tutti sono filo Putin. La realtà è spesso più complesse di quello che sembra: infatti, tra il nero e il bianco ci sono tante sfumature intermedie di grigio, che i giornalisti non possono ignorare. Ciò detto, delle domande su cosa stia succedendo in Russia è più che legittimo porsele, oggi più che mai visto che ci tocca da vicino.

Abbiamo assistito alla scena della giornalista che ha fatto irruzione durante il TG nazionale russo, con un cartello contro la guerra: emblematica immagine di un paese dove l’informazione è fortemente condizionata dal potere. Per fortuna contrariamente ai pronostici di molti la reporter è stata solo multata e poi liberata. Diversamente avrebbe rischiato di alimentare il dissenso straniero verso il governo Putin, confermandone l’iniquità.

Vogliamo parlare delle migliaia di persone arrestate quasi ogni giorno perché manifestano pacificamente in piazza, in molte città russe, contro la guerra?

Ovviamente se un governo ipotizza la chiusura dei social media e condiziona l’informazione (come succede in Russia), le notizie che circola sono viziate e tutt’altro che espressione democratica. Ma la Russia non è solo questo perché vi abbiamo anche riportato le dichiarazioni di Dmitrij Muratov, direttore del quotidiano russo Novaja Gazeta e premio Nobel per la Pace. Quindi va da sé che esiste anche l’informazione indipendente e libera in Russia ma a quale prezzo? È presto detto! Il quotidiano Novaja Gazeta è il giornale per cui lavorava anche Anna Politkovskaya, assassinata nel 2006.

Da quando Putin è salito al potere oltre 20 reporter sono stati uccisi. Quindi qualcosa che non va nell’informazione (già da prima dell’invasione in Ucraina) è palese che ci sia. Se a conferma di ciò non bastasse il sangue versato da tanti giornalisti va detto che da sabato 5 marzo, in Russia è in vigore una legge che vieta espressamente a giornalisti e blogger di scrivere le parole “guerra” e “invasione” in relazione a quanto sta succedendo in Ucraina. Pena: 15 anni di carcere.

“L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede” scriveva Anna Politkovskaya. Una frase semplice e potente al tempo stesso, alla quale umilmente mi permetto di aggiungere: “dando voce a tutti, anche a chi la pensa in maniera diversa dai più”. Già perché il giornalista è un testimone (attento e indagatore) e il suo mestiere e quello di dare un’informazione più completa possibile.

In sintesi. Cari connazionali che vivete in Russia, indiscutibilmente fino a quando difenderete le posizioni del Cremlino vi sarà consentito di parlare liberamente ma in caso contrario non è poi così scontato che non ci saranno conseguenze. Viceversa, nel nostro paese, pur con tutte le sue contraddizioni, potete sempre avere la possibilità di esprimere il vostro pensiero, qualsiasi cosa vogliate dire e noi democraticamente continueremo a dare voce a tutti.

 

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