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25 aprile 2024

Treviso

"Carenza di latte, grano e anche carne": l'allarme degli alimentaristi trevigiani

Zanchetta, Fida-Confcommercio: "Alcune grandi catene di gelaterie o caseifici quest’estate faranno fatica a garantire gli approvvigionamenti"

| Isabella Loschi |

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latte

TREVISO - Carenza di latte, grano e anche di alcune pezzature di carne. A rischio quest’estate gli approvvigionamenti per alcune grandi catene di gelaterie o caseifici. A lanciare l’allarme è il gruppo degli alimentari del gruppo provinciale Fida-Confcommercio Treviso che ieri hanno preso parte al progetto formativo Food Academy, nel corso della quale i dettaglianti dell’alimentare hanno avuto una full immersion sulla storia del cibo grazie alla visita alla Mostra, organizzata in esclusiva per Fida dal Museo M9, sul tema delle tradizioni degli italiani a tavola.

 

“Alcune materie prime- ha dichiarato il presidente di Fida-Confcommercio Riccardo Zanchetta- stanno già mancando. Nel settore caseario, per esempio, sta iniziando a mancare il latte ed alcune grandi catene di gelaterie o caseifici anche rinomati quest’estate faranno fatica a garantire gli approvvigionamenti. Lo stesso vale per altri prodotti come grano e alcune pezzature di carne. Del resto, dopo anni di corsa all’importazione ora scontiamo tutti il prezzo di scelte azzardate, noi in primis e poi i nostri consumatori. Le politiche comunitarie devono essere riviste in favore delle piccole produzioni locali.

 

Per nostra fortuna noi, rappresentanti del piccolo commercio di vicinato, già in tempi non sospetti abbiamo lavorato sulla cultura della filiera corta e del km zero. Stalle locali, contatti diretti con agricoltori, mulini locali, rapporti solidi coi fornitori così da ridurre i rischi, garantire la qualità e assicurare la tenuta dei prodotti nei nostri negozi. Che siano piccoli o medi, sono l’ossatura dei nostri paesi, città e quartieri e ora sono i consumatori stessi a rendersene conto e la spesa sotto casa è un’abitudine della pandemia che ora resta”.

 

Secondo il portavoce dei casolini: “E’ in atto un ricorso storico che ieri abbiamo racchiuso nel concetto di deglobalizzazione. Pur nella fusione delle tendenze, nelle evoluzioni del gusto che contraddistinguono soprattutto i giovani e che mescolano le generazioni, il cibo tradizionale italiano, rafforzato dalle tradizioni regionali, resiste anche per il valore emotivo che ha. La tavola unisce sempre. Ciò non toglie che nei prossimi anni l’alimentare concederà sempre più deroghe alle innovazioni: penso ai nuovi tipi di pasta, alle verdure derivanti da coltivazioni idroponiche, alla sostenibilità come elemento fondante di ogni spesa e ogni ricetta”.

 


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Isabella Loschi

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