Carcere di Treviso, agente di polizia penitenziaria aggredito da un detenuto
Protesta il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "La Casa circondariale di Santa Bona ospita circa 250 detenuti quanto la capienza massima è di circa 180"
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TREVISO - E’ di otto giorni la prognosi dei medici del pronto soccorso dell'ospedale di Treviso per l’Assistente capo di Polizia Penitenziaria aggredito ieri, 23 aprile, nella Casa circondariale di Santa Bona.
A denunciare l’accaduto è il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario del Triveneto Giovanni Vona: “Il protagonista dell’aggressione è un soggetto recidivo, già resosi responsabile di aggressioni durante la carcerazione, arrivato da poco nel carcere trevigiano proprio perché già autore di altre aggressioni nei confronti del personale di Polizia. Prima di essere trasferito a Treviso, aveva già aggredito un poliziotto penitenziaria alla casa circondariale di Vicenza nel tentativo di togliergli le chiavi”.
La tensione, spiega il sindacalista, è anche conseguenza di una situazione penitenziaria allarmante: “Allo stato, la Casa circondariale di Treviso ospita circa 250 detenuti quanto la capienza massima è di circa 180 detenuti. Inoltre, vi è una percentuale di detenuti stranieri altissima, supera il 70%. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e molto preoccupata che il sistema di sicurezza del carcere di Treviso possa collassare con conseguenze che potrebbero superare ogni più drammatica previsione. Per questo, chiediamo un intervento degli uffici regionali dell’amministrazione penitenziaria perché sfollino la struttura e rendano più sicure le condizioni di lavoro degli agenti”.
“Basta con queste violenze”, tuona Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, nuovi strumenti che migliorino il servizio della Polizia Penitenziaria, bodycam e Taser su tutti, nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”.
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