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21 giugno 2025

Esteri

In carcere per 38 anni: ma era innocente

Assolto grazie al DNA, aveva sempre professato la sua innocenza per l’omicidio di Diane Sindall

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

foto d'archivio (pexels.com)

INGHILTERRAPeter Sullivan, oggi 68enne, è stato finalmente scagionato e liberato dopo aver trascorso ben 38 anni in carcere per un omicidio che non aveva commesso. Il suo caso è ora considerato il più lungo errore giudiziario della storia recente della Gran Bretagna.

Sullivan era stato arrestato nel settembre 1986, all’età di 30 anni, con l’accusa di aver ucciso Diane Sindall, barista di 21 anni trovata morta a Bebington, nel Merseyside. Condannato nel novembre 1987 e destinato a scontare almeno 16 anni, l’uomo ha sempre sostenuto la propria innocenza, ma ogni tentativo di revisione del processo era stato respinto, anche di fronte alla Commissione per la revisione dei casi penali e alla Corte d’Appello.

La svolta è arrivata solo nel 2021, quando nuove analisi del DNA sui campioni della scena del crimine hanno dimostrato che il profilo genetico non apparteneva a Sullivan. Dopo ulteriori quattro anni di attesa, la Corte d’Appello ha annullato la condanna, riconoscendo che “non ci sono basi credibili per contrastare l’appello”. Sullivan ha seguito l’udienza in videocollegamento dal carcere di Wakefield, scoppiando in lacrime alla lettura della sentenza.

Durante la lunga detenzione, Sullivan ha perso salute e anni preziosi, ma ha voluto esprimere rispetto per la famiglia della vittima e ha chiesto che la giustizia individui finalmente il vero responsabile dell’omicidio. La polizia del Merseyside ha riaperto le indagini, lanciando un nuovo appello a chiunque possa fornire informazioni utili.


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Gianandrea Rorato

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