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11 dicembre 2024

Vittorio Veneto

Capella Maggiore, bimbo travolto e ucciso dal camper del nonno: 1,1 milioni di risarcimento

Dopo 15 anni, l’avv. Gracis ha ottenuto un risultato senza precedenti

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Alessandra Gracis

CAPPELLA MAGGIORE - La tragedia si è consumata nel 2008, ad Anzano di Cappella Maggiore. Daniele, bimbo di 16 mesi, si trovava nel cortile dell’abitazione della famiglia, insieme al fratellino di tre anni. Il nonno, dopo aver raccomandato ai bambini di entrare in casa, non si era accorto che Daniele era tornato in giardino, e l’ha investito mentre faceva retromarcia con il camper. Dopo la tragedia, è stato avviato un iter giuridico che si è concluso solo adesso. La compagnia assicuratrice dovrà coprire il danno e risarcire la famiglia per un totale di 1,1 milioni di euro. A occuparsi del caso è stato l’avvocato Alessandra Gracis di Conegliano, che spiega come mai questa sentenza possa ritenersi storica e cambiare le sorti di tanti incidenti che potranno essere indennizzati e risarciti grazie a questo esempio.

 

“Siamo dovuti arrivare alla sentenza in quinto grado, per portare a casa questo risultato - riferisce Gracis -. Siamo partiti da un incidente in area privata, e sembrava impossibile riuscire ad ottenere che l’assicurazione potesse sentirsi obbligata a coprire il rischio che il legislatore apparentemente non le riservava. C’era questa sorta di blocco: dal 1969, quando l’Rca è diventata obbligatoria, l’assicurazione rispondeva solo dei sinistri su strade pubbliche o equiparate. Era difficile che quel giardino privato potesse entrare nella categoria”. Ma l’avvocato Alessandra Gracis non ha accettato le prime sentenze, che negavano alla famiglia la copertura assicurativa: “Mi è capitato sotto il naso - ricorda Gracis - un caso di un trattore in Slovenia che, entrato in retromarcia in un fienile, aveva investito un contadino. Nonostante il terreno fosse privato, in quel caso l’assicurazione fu condannata a risarcire il danno. C’era un’incongruenza tra la normativa italiana del 1969 e quella europea del 1972, anno in cui la comunità europea ha emanato la prima direttiva che prevedeva che tutte le auto circolanti dovevano essere assicurate. E qui non si parla di strade pubbliche o equiparate, ma di copertura vincolata al veicolo, qualunque sia la superficie dove esso si trovi”. Questa incongruenza ha portato l’avvocato Gracis a sollecitare la corte suprema di Cassazione. E il caso è stato portato alle Sezioni Unite della Cassazione per una nuova interpretazione, a cui poi la corte di appello di Milano ha dovuto piegarsi. “La sentenza delle Sezioni Unite è stata fondamentale e rivoluzionaria”, commenta ancora Gracis. E grazie a questa il lungo iter giuridico ha avuto l’esito sperato. Ora la famiglia, dopo 15 anni, avrà il risarcimento.

 

In foto: l'avvocato Alessandra Gracis

 

 

 


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Stefania De Bastiani

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