Cansiglio e Piancavallo restano lontani
Il 30 dicembre si festeggia il "no" al collegamento sciistico
CANSIGLIO - Se ne è discusso per 25 anni. Proposte, lotte, accuse e manifestazioni hanno fatto da sfondo al progetto di collegamento sciistico tra il Cansiglio e il Piancavallo. Un'idea che, per la gioia di molti, è stata bocciata dalla Regione Veneto.
Soddisfatto della decisione della commissione Vas (valutazione ambientale strategica) Toio De Savorgnani, di Montain Wilderness, che è sempre stato in prima fila per la lotta in difesa del Cansiglio. Vas ha stabilito che il problema del vincolo europeo sulla Foresta del Cansiglio non è superabile. Per questo la Regione ha ufficialmente detto no alla realizzazione della Forcella Palatina, che avrebbe unito la stazione sciistica veneta a quella friulana.
"Finalmente il problema dell'impianto non bloccherà più, come è successo finora, il progetto generale di sviluppo compatibile per tutto l'Alpago- Cansiglio. - ha commentato de Savorgani - Il "mostro è morto" e non potrà più fare danni. Ora è il momento di andare avanti e di chiedere alle due regioni di istituire due aree protette, due Riserve Regionali confinanti e di iniziare l'iter per il riconoscimento dell'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità".
A gioire della decisione della Regione, è anche Michele Boato presidente dell'Ecoistituto del Veneto. "La valutazione è importante - ha dichiarato Boato - poichè riconosce che solo un turismo rispettoso dell'ambiente potrà portare vantaggio all'Alpago e al Cansiglio, mentre quell'unico e costosissimo impianto (30 milioni di €) avrebbe creato solo distruzione del paesaggio e bilanci in rosso. Orami è sempre più chiaro che le scelte ecologicamente corrette sono anche quelle che pagano a livello economico, così come è più redditizio riciclare che incenerire".
Ha espresso grande soddisfazione per la bocciatura della proposta Antonio Zambon, presidente del CAI Friuli Venezia Giulia e ex sindaco di Budoia. "E' ora di investire risorse in un turismo alpino diverso, - ha commentato - così come indicato dalla CIPRA e dalla Convenzione delle Alpi".
"In un periodo come questo di rapido cambiamento climatico e con l'innalzamento delle temperature, un ulteriore grosso investimento, - ha esordito Moreno Baccichet, a nome di Legambiente del Veneto e del Friuli, - avrebbe comunque distrutto per sempre un paesaggio unico ed importante".
Chi per anni si è battuto contro questo progetto, ora vuole festeggiare. E lo farà a Mestre, il 30 dicembre. Dalle 17, al Centro Culturale Città Aperta, si ripercorrerà la storia di marce e manifestazioni volte a contrastare un progetto che - è ufficiale - non diventerà reltà.