Campagna vaccinale a rilento: "Veneto al quintultimo posto in Italia!"
Cna Treviso critica i ritardi nella somministrazione delle dosi: "In campo anche l'esercito e vax point in tutto il territorio"
| Isabella Loschi |
TREVISO – “Il Veneto è la quintultima regione italiana, davanti solo a Lombardia, Liguria, Calabria e Sardegna, per vaccini effettivamente inoculati rispetto alle dosi consegnate. È evidente che c’è qualcosa che non va: si sta facendo l’errore di considerare questa campagna vaccinale come un’attività ordinaria, invece che del tutto straordinaria e, soprattutto, permanente”.
L’attacco è di Mattia Panazzolo, direttore di Cna territoriale di Treviso, preoccupato per questi incomprensibili ritardi in tema di vaccinazioni e per i riflessi sull’economia e sul lavoro.
“Il problema nel prossimo futuro non sarà più ottenere i vaccini, perché le case farmaceutiche hanno riorganizzato la loro capacità produttiva per rispondere alla domanda globale – continua Panazzolo -. Il problema è e sarà logistico, di smaltimento in tempi rapidi delle dosi per far arrivare a tutti i cittadini il vaccino. Serve dunque mettere in campo misure straordinarie, come han fatto altri Paesi: coinvolgere l’esercito e i medici in pensione, oltre ai medici di base e ai farmacisti, e soprattutto creare una rete capillare di strutture sul territorio”.
Su questo Cna Treviso desidera dare il proprio contributo mettendo a disposizione le proprie sale corsi sul territorio da utilizzare come sedi per i vax-point. “La maggior parte della nostra formazione è stata spostata online in questo periodo – spiega Panazzolo – pertanto le nostre sale corsi possono essere messe a disposizione dei medici di base che abbiano bisogno di maggiori spazio per la gestione delle vaccinazioni”.
L’altro tema “caldo” è la gestione dei dati a livello nazionale e soprattutto europeo. “Bisogna andare verso una certificazione vaccinale e una banca dati unica europea per gestire in modo efficace ed efficiente gli spostamenti delle persone tra un Paese e l’altro non appena le frontiere saranno di nuovo aperte”.
Infine, l’associazione evidenzia come nell’ultimo periodo ci sia stata meno attenzione nella gestione delle procedure di tracciamento e isolamento dei contagiati. “Quando finiranno le misure restrittive e le persone riprenderanno a muoversi anche grazie alla copertura vaccinale - chiude Panazzolo - dovremo aspettarci lo scoppiare di focolai endemici che andranno “spenti” velocemente attraverso misure efficaci di tracciamento e isolamento dei contagiati”.