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23 aprile 2024

Montebelluna

Caerano, seconda vita per Diadora: recupera il meglio dei prodotti storici

L’azienda per il futuro punta sulle scarpe del passato

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Caerano, seconda vita per Diadora: recupera il meglio dei prodotti storici

CAERANO - Il domani che arriva dal passato, nessuna linea di un nuovo prodotto che non abbia un link con qualcosa di ben riuscito realizzato negli ultimi 70 anni o quasi, cioè dalla fondazione dell'azienda. E' la regola che si è imposta Diadora, almeno nella sua seconda vita, quella iniziata nel 2009 con l'acquisizione della società, scivolata in un pericoloso declino, da parte di Lir, la finanziaria della famiglia Moretti Polegato.

 

E il rilancio, che ha comportato negli anni successivi anche un virtuoso recupero della forza lavoro in esubero al momento del passaggio di proprietà, non ha seguito la strada dei grandi numeri a tutti i costi, ma quella raffinata e preziosa della restituzione al mercato, con opportune rivisitazioni soprattutto nei materiali, dei modelli sui quali Diadora ha costruito la sua storia. Per questo l'origine di ogni ispirazione nasce nell' "archivio" trasformato in museo. In spazi dedicati all'interno dell'azienda di Caerano San Marco i cimeli della storia sportiva d'Italia sono numerosi e di rara suggestione.

 

Ci sono le scarpette da calcio calzate da Roberto Baggio, quelle del tennista Bjorn Borg e quelle del mezzofondista Sebastian Coe. Poi le "oversize" da basket di Dino Meneghin e del pallavolista Andrea Zorzi, per proseguire con le scarpe di Niki Lauda, di Gianni Bugno e dell'arbitro di calcio Pierluigi Collina. Si potrebbe continuare con l'olimpionico Gelindo Bordin, che di Diadora oggi è direttore delle vendite, ed è una collezione resa possibile dal fatto che l'azienda, prima in Italia, già all'inizio degli anni '70, aveva sviluppato una nuova concezione di sport marketing che si traduce nella scelta di ingaggiare campioni di grande appeal come testimonial di stile.

 

Così ora la popolarità e il successo dell'azienda si basano su un connubio di fattori chiave, primo fra tutti l'"heritage" del brand. Con le sue collezioni, Diadora ridà vita alle calzature che hanno fatto la storia dello sport negli ultimi decenni del secolo scorso facendole diventare vere e proprie icone di moda. Grazie anche all'apertura dell'originaria manovia - ottenuta ripristinando macchine prive di elettronica in uso fino agli anni Ottanta e reinserendo lavoratori con capacità manuali maturate in quegli anni anche con compiti di insegnamento ai nuovi arrivati - Diadora celebra in questo modo l'eredità e il know-how del distretto calzaturiero in cui l'azienda è nata e ancora continua a operare, elevando la qualità e artigianalità dei suoi prodotti al più alto livello possibile.

 


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