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28 marzo 2024

Treviso

BUONA DOMENICA Il petomane che si aggira indisturbato negli studi della Rai

Il marsigliese "Pujol le pètomane” pare si sia reincarnato in un giornalista del servizio pubblico. Denunciato dai colleghi ma protetto dai superiori: viva la Rai

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

TREVISO - Garantiscono che il personale assunto alla televisione di Stato - quella, detto per inciso, che paghiamo di tasca nostra 90 euro all’anno- viene selezionato con il criterio della meritocrazia, non più la spinta della raccomandazione. Probabilmente non è vero. Come non è credibile che tutti, prima, varcassero il portone di viale Mazzini incompetenti ma figli o amici di.

Alle redazioni di Tg e Gr si approda per concorso e nella lunga storia dell’informazione radiotelevisiva di Stato giornalisti di qualità sono stati autentici fiori all’occhiello dell’azienda. Così come direttori e vice direttori di testata, professionali e integerrimi.

Negli ultimi tempi però qualcosa è non sta andando per il verso giusto, qualche caduta di stile c’è stata. Comportamenti non troppo deontologici, libertà prese e consentite, coperture imbarazzanti. Tutto quanto sul posto di lavoro. Dove non è propriamente un odore di santità quelli che viene sparso. Insomma l’aria è cambiata, è diventata decisamente più pesante. Per meglio dire: viziata.

Nei giorni scorsi si è venuta a sapere infatti di una storia che ci riporta con la memoria a una pellicola del 1983, regia di Pasquale Festa Campanile e interpretata magistralmente, come sempre, da un grande Ugo Tognazzi: “Il petomane”. Tratto dalle “prodezze” di un tizio realmente esistito, Joseph Pujol, che Viveva a Marsiglia e di professione esercitava come panettiere, il giovane rivelò precocemente doti superiori nel controllo muscolare e soprattutto degli sfinteri. La qual cosa gli permise un (poco invidiabile) primato: flatulare a volontà, come se piovesse. Ma anche con il bel tempo.

Ora non è dato di sapere se “ Pujol le pètomane” si sia reincarnato e trasformato da panettiere in giornalista del servizio pubblico. Sta di fatto che alla Rai aleggia. E non solo in spirito. Ha scritto “Libero”: “Cinque indagati tra vicedirettori e capi redattori del tg della rete ammiraglia Rai per stalking e mobbing. Il tutto per la denuncia del mezzobusto Dania Mondini, giornalista e conduttrice del Tg1, la quale sostiene che per ridimensionarla sia stata messa in una stanza con un collega che non sa trattenere né flatulenzerutti (il nome del collega, per ora, è top secret). Il pm ha chiesto di archiviare, ma il procuratore generale Antonio Mura ha poi revocato l'archiviazione, segnalando il caso al Csm. Nella denuncia si legge anche che il presunto petomane in passato fu accusato di "molestie sessuali", sempre in Rai, oltre che di "dossieraggio contro alcuni colleghi". La denuncia della Mondini risale al 2018, la richiesta d'archiviazione risale al 2019, dunque il procuratore generale ha avocato l'inchiesta che prosegue”. E bene ha fatto.

Altrettanto opportuna, se non fosse retorica, la domanda da rivolgere a chi di dovere: perché non è stato traslocato questo artista del suono, il “Pujol le pètomane” dei poveri (rispetto al maestro di Marsiglia) ma pure impiegato alla radiotelevisione italiana? “Lei non sa chi sono io” - se la starà ridendo il diretto interessato. Chi sta sopra e chi sta dietro si conoscono, eccome. Com’è che sono inamovibili al loro posto?

Buona domenica

 


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Roberto Grigoletto

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