BUONA DOMENICA Fucina di numeri uno, la scuola non smette di far sperare
Nella prima settimana del nuovo anno scolastico due bellissime notizie: sono italiani il prof. più bravo del mondo e lo studente di Filosofia classificatosi primo in Europa e quarto a livello mondiale.
TREVISO - Ha sofferto, e molto, la scuola in questi due anni. Si è dovuta piegare ma, come si suol dire, senza doversi spezzare. Grazie a chi la scuola “la fa”. La vive, cioè. E la abita. In prima linea: gli studenti, i docenti, i dirigenti scolastici.
Nella prima settimana testé conclusa del nuovo anno scolastico, oltre alla contabilità del contagio (nella Marca: 35 le classi in quarantena e 10 gli insegnanti sospesi), due le notizie di buon auspicio e che dovrebbero infondere un po’ di quella speranza sparita con la pandemia.
Il professor Antonio Curci, insegnante di informatica all’istituto tecnico tecnologico Panetti Pitagora di Bari, si è aggiudicato un premio che per un insegnante è paragonabile al Nobel: il “Global Teacher Award”. Un riconoscimento, su scala globale, all'eccellenza nell'istruzione. Accanto a vari progetti sul piano della didattica dell’informatica, il professor Curci ha fondato a scuola una delle radio più ascoltate d’Italia, Radio Panetti. Quando si dice “scuola creativa”. Il prestigioso premio gli verrà consegnato a Dubai, il prossimo 10 ottobre.
E poi, sempre nella settimana appena trascorsa, un altro frutto della scuola che è in Italia è venuto alla luce: lo studente di Filosofia più bravo d’Europa e quarto al mondo, già vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Filosofia in lingua inglese. Giovanni D’Antonio ha 18 anni e frequenta il liceo scientifico “Torricelli” di Somma Vesuviana. Ai suoi “colleghi” d’Italia ha fornito un consiglio che è nello stesso tempo una raccomandazione: “Per ottenere dei risultati devi studiare, leggere testi e migliorare nell’arte oratoria perché per convincere l’altro è necessaria l’arte oratoria. Ai ragazzi che hanno iniziato l’anno scolastico dico che questi anni sono molto importanti perché comprendiamo come bilanciare la nostra vita tra impegno e divertimento dobbiamo impegnarci perché stiamo costruendo il nostro futuro senza rinunciare alla nostra adolescenza. La scuola ci fa crescere ed è a scuola che facciamo un percorso formativo di maturazione. Inoltre ogni materia è importante”.
Quanto sia vero tutto questo forse (si spera) lo abbiamo capito tutti tra le restrizioni e i divieti imposti alla scuola dalla pandemia. E’ dalla privazione che si impara sempre il valore delle cose.
“Un giorno, tre autunni” recita un vecchio adagio cinese. Ci è mancata così tanto la scuola - e a tutti - che il tempo della sua assenza sembra essersi dilatato il doppio o il triplo. Ma il seme non ha smesso di germogliare e crescere.
Buona domenica