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28 marzo 2024

Esteri

Brenton e il gesto suprematista in aula

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Brenton e il gesto suprematista in aula

Un 'ok' con la mano, considerato un'espressione di appoggio all'ideologia dei suprematisti bianch. E' il gesto fatto in aula da Brenton Tarrant, considerato unico autore materiale del duplice attacco alle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. A riferirlo il New Zealand Herald, che riporta l'immagine del 28enne comparso in aula e formalmente accusato degli attentati compiuti ieri in cui 49 persone sono state uccise ed oltre 40 ferite. L'uomo resterà in carcere fino alla prossima udienza presso l'Alta Corte di Christchurch ai primi di aprile. "Sembrava molto calmo ed ha osservato a lungo media e avvocati", ha riferito Annekke Smith di Radio New Zealand, precisando che l'accusato non ha chiesto libertà su cauzione né di veder oscurato il suo nome.

 

Il 28enne non aveva destato sospetti, ha sottolineato il premier australiano Scott Morrison: "Non era sul radar di nessuno", ha detto, parlando con i cronisti davanti alla moschea di Lambeka a Sydney. "E questa è la vera sfida riguardo al terrorismo". Al momento, ha quindi aggiunto, è presto per sapere se l'uomo - cittadino australiano - verrà estradato.

 

Tra le vittime e i feriti del duplice attacco ci sono bambini, ha fatto sapere dal canto suo la premier neozelandese, Jacinda Ardern. "E' chiaro che bambini piccoli sono stati coinvolti in questo orrendo attacco", ha affermato parlando con i giornalisti. Al momento 39 persone sono ricoverate in ospedale, ha poi aggiunto, precisando che 11 sono nel reparto terapia intensiva. "Tra i feriti ci sono bambini come anziani. Ci sono uomini, donne e bambini. Loro sono tra gli uccisi e i feriti". La premier ha anche lodato il coraggio di due agenti di polizia che hanno arrestato il sospetto, armato e "assolutamente intenzionato a portare avanti il suo attacco".

Ardern, che ha ribadito di voler cambiare le leggi che regolano il porto d'armi nel paese, ha anche confermato di aver ricevuto via mail copia di un 'manifesto' dell'attentatore delle moschee di Christchurch dieci minuti prima che si verificassero i fatti. Il messaggio - scritto come se tutto fosse già avvenuto - spiega i motivi che hanno spinto il 28enne australiano ad agire ed è stato inviato ad una settantina di destinatari, secondo il New Zealand Herald', tra cui lo speaker del parlamento e diversi media. Notizia della mail ricevuta è stata comunicata dall'ufficio della premier alla sicurezza del parlamento che ha contattato la polizia, come prevede la procedura standard.

 

 


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