A Breda, insaccati e birra artigianale in riva alla Piave

Peralba, la piccola produzione locale di Stefano, tra orzo e cavalli

| Sara Armellin |

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BREDA DI PIAVE - Stefano è un ragazzo genuino e sincero, come la schiuma della sua birra artigianale: l’ha chiamata Peralba, in onore del monte da cui nasce il fiume Sacro alla Patria. Perché qui la birra agricola – nomen omen - sgorga generosa come l’acqua della Piave che scorre a pochi metri dalla sua azienda agricola.

Ma risaliamo il fiume e partiamo dalla sorgente: tutto è iniziato da una profonda passione e del magazzino di casa, ingredienti alla base delle migliori storie di successo. Stefano Pastrolin, classe 1981, è nato in una sana famiglia contadina, dove il nonno Piero viveva di agricoltura: il padre Giovanni, di professione muratore tuttofare, ha portato avanti l’impegno di famiglia tra campi e bestie. In realtà della stalla atavica sono rimasti ora solo i cavalli, che i Pastrolin tuttora montano e portano a passeggio sulle Grave, e nel recinto gli immancabili maiali per gli insaccati “de casada”.

Stefano è così cresciuto in un contesto agricolo in cui i 5 ettari a soia, grano, orzo e viti sono sempre serviti per dare foraggio agli animali di casa e buon vino alla famiglia, attraverso il conferimento di uve Glera e Merlot alla vicina cantina sociale. Terminati gli studi professionali, ha iniziato a lavorare in fabbrica come carpentiere: curioso di natura e appassionato di cibo genuino, finite le 8 ore si è sempre dedicato a stalla e officina, producendo piccole cotte di birre speciali da degustare con gli amici.

Prova dopo prova, la decisione di iscriversi al corso per Mastro Birraio per mettere su, nel piccolo magazzino accanto alla vecchia casa che funge ora da capanno per gli attrezzi, la sua Piccola Produzione di Birra a marchio Peralba: pils, boch, ipa e pale ale i generi preferiti, dal sapore deciso e genuino. Merito del malto autoprodotto, perché Stefano è molto probabilmente l’unico produttore di birra artigianale della provincia che si crea da sé il prezioso ingrediente. La maltazione è infatti un processo molto complesso che viene eseguito da aziende specializzate – le malterie.

Ma il nostro carpentiere ha perfezionato negli anni il “suo maltatore”, realizzato da sé nella sua officina domestica, dove ora trasforma i chicchi di orzo distico nel prezioso ingrediente alla base della birra, in una vera filiera chiusa. Nelle botti in acciaio prosegue poi la produzione della birra, utilizzano quasi esclusivamente i cereali prodotti in azienda: solo i luppoli sono esterni, accuratamente selezionati per conferire alle sue cotte il gusto desiderato. La genuinità dell’acqua di fonte tipica della zona delle grave fa il resto.

Le birre di Stefano, opportunamente imbottigliate ed etichettate, sono a disposizione nel piccolo laboratorio di Saletto, dove è possibile acquistare anche gli insaccati - pancetta, sopressa, ossocollo, salame, salsicce e musetti - che vengono prodotti ogni inverno dai Pastrolin con i maiali di casa allevati con i cereali coltivati in azienda agricola. Nei prossimi progetti di Stefano c’è infine il sogno di unire le sue due grandi passioni: cavalli e birra. Seguiremo con curiosità lo sviluppo di questa piccola e vivace realtà agricola, dove la terra è parte integrante della vita quotidiana, ben integrata tra lavoro dipendente, famiglia allargata e passioni genuine.

 



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Sara Armellin

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